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Malattia di Behçet

CHE COS’È LA SINDROME DI BEHÇET ?

La malattia di Behçet è un Disordine Infiammatorio Immunomediato (IMID) che deve il suo nome al dottor Hulusi Behçet, un dermatologo turco che per primo la descrisse nel 1937.

Nello specifico, si tratta di una vasculite cronica recidivante a carattere sistemico che colpisce uomini e donne in egual misura, esordendo nella fase giovanile-adulta (tra i 20 e i 35 anni) ma potendo, in realtà, manifestarsi in ogni età.

La malattia è molto diffusa in Turchia dove sembra colpire 1 persona ogni 250 abitanti, per quanto il tasso di incidenza risulti alquanto elevato in tutte le popolazioni che vivono lungo la storica via commerciale che dalla Cina, attraversando l’Iran e la Turchia, si spinge fino al Mar Mediterraneo. Per tale motivo la malattia di Behçet è anche nota come Silk Road disease, ovvero “malattia della Via della Seta”.

 

 

 

 

ORIGINE E CAUSE DELLA SINDROME DI BEHÇET

L’eziologia e la patogenesi, cioè le cause scatenanti e i meccanismi generatori della malattia di Behçet, non sono stati ancora del tutto chiariti.

Tra le ipotesi patogenetiche più accreditate c’è sicuramente quella autoimmune: il sistema immunitario attaccherebbe erroneamente i tessuti sani dell’organismo di cui esso stesso fa parte, innescando un processo infiammatorio.

L’antigene HLA-B51 è considerato marcatore genetico tipico della malattia di Behçet in quanto riscontrabile in molti pazienti che ne sono affetti. Vero è, tuttavia, che ci sono persone che, pur essendo dotate di quel gene, non manifestano alcun sintomo riconducibile a tale patologia.

 

Per quanto altri geni legati alla complessiva regolazione della funzione immunitaria potrebbero essere coinvolti nell’origine di questa vasculite, l’ipotesi eziologica più accreditata è quella secondo cui le infezioni (virali o batteriche) svolgano un ruolo determinante nello scatenare la patologia in persone munite di geni predisponenti. Come dire, in altri termini, che la malattia di Behçet è verosimilmente patologia ad eziopatogenesi multifattoriale.

 

In generale, si può affermare che i pazienti affetti da malattia di Behçet avrebbero un qualche difetto funzionale del sistema immunitario per effetto del quale essi risulterebbero incapaci di difendersi da aggressioni di agenti batterici e virali. Anche intensi eventi stressogeni e/o turbe ormonali sembrano avere importanza nella genesi e nell’evoluzione del quadro clinico.

 

 

SINTOMI DELLA SINDROME DI BEHÇET

Essendo una patologia a carattere sistemica, la malattia di Behçet può interessare, nella sua espressione clinica, organi e apparati molteplici e diversi. La sintomatologia più classicamente riferibile a tale patologia, che proprio in ragione della sua valenza multisistemica viene definita “sindrome”, è tuttavia rappresentata dalla triade “aftosi orale, aftosi genitale, uveite”. Le lesioni aftose, che rimangono uno dei sintomi più caratteristici di questa malattia, possono comparire anche in grappoli sulle mucose della bocca, sulla superficie della lingua, sugli organi genitali; generalmente sono dolorose, più o meno profonde e con un’area centrale giallastra.

 

Altri sistemi bersaglio di questa malattia possono essere:

  • il sistema muscolo-scheletrico: dolore intenso e migrante a carico di sedi articolari diverse (anche ginocchia, gomiti, polsi) con possibile coinvolgimento della colonna vertebrale e conseguente comparsa, in una discreta percentuale di casi, di sacroileite o spondilite anchilosante. Per quanto l’infiammazione delle ossa e delle cartilagini non progredisca al punto da danneggiare stabilmente i tessuti coinvolti, le manifestazioni muscolo-scheletriche nella malattia di Behçet sono certamente invalidanti e, dunque, in grado di alterare profondamente la qualità della vita dei soggetti colpiti;
  • il sistema nervoso centrale: cefalea, talvolta febbre, altre volte stordimento, confusione, disturbi di coordinazione motoria, ridotta capacità di concentrazione e/o di memoria, perfino meningismo con rigidità nucale;
  • il sistema vascolare: trombosi e tromboflebiti con possibile formazione di aneurismi per progressivo cedimento delle pareti dei vasi sanguigni interessati dalla vasculite. Ovviamente gli esiti di queste alterazioni saranno diversi a seconda dei distretti interessati dai fenomeni infiammatori sicché, per esempio, il coinvolgimento del Sistema Nervoso Centrale potrà portare nei casi più gravi ad eventi cerebrali su base vasculopatica come, ad esempio, l’ictus; il coinvolgimento dei vasi sanguigni che vanno ai reni potrà causare danni a carico di questi organi, o dei polmoni se ad essere interessate saranno le arterie polmonari, ecc.
  • il sistema cutaneo: eritemi migranti (braccia, polsi, dorso delle mani, viso) generalmente non pruriginosi, oppure noduli palpabili e dolenti (come per eritema nodoso), rossi o violacei, soprattutto apprezzabili in sede tibiale; altre volte formazioni papulo-pustolose spesso prodotte da microtraumi minimali come, ad esempio, la puntura di un ago;
  • il sistema gastroenterico: discomfort intestinale con dolori addominali, coliche crampiformi, diarrea, eventuali ulcere aftoidi sulle pareti dell’intestino, ciò che può generare problemi di diagnosi differenziale con le più classiche malattie infiammatorie intestinali tra le quali, soprattutto, il Morbo di Crohn;
  • il distretto oculare: la malattia di Beçhet può esordire con un quadro di uveite anteriore clinicamente caratterizzata da occhi rossi, lacrimazione, luce intensa che dà fastidio (fotofobia). Più severo è, invece, il quadro clinico conseguente ad un interessamento della porzione posteriore dell’occhio, che provoca infiammazione della retina e che, se non tempestivamente diagnosticato e curato, può portare a cecità.

 

 

DIAGNOSI DELLA SINDROME DI BEHÇET

Non essendoci analisi di laboratorio specifiche, la diagnosi di sindrome di Behçet, dopo un accorto esame clinico, si fonda sulla classificazione dei sintomi secondo i criteri proposti nel 1990 dall’International Study Group for Behçet’s disease.

Tali criteri sono rappresentati dall’individuazione di almeno tre delle più frequenti manifestazioni cliniche della malattia con primarietà per le lesioni aftose orali ricorrenti. Seguono, in ordine di rilevanza clinica, le afte genitali, l’uveite, il coinvolgimento della cute con comparsa di lesioni sovrapponibili a quelle di un eritema nodoso, le tromboflebiti, un’eventuale vasculite cerebrale, la positività del pathergy test utile a verificare la particolare sensibilità della cute dei pazienti con malattia di Behçet.

 

Sul piano laboratoristico si potrà riscontrare un incremento degli indici di flogosi (VES e PCR) con eventuale riscontro di immunocomplessi circolanti ed aumento delle immunoglobuline. La positività dell’indagine genetica per l’HLA B51 potrà eventualmente confermare la diagnosi nei casi clinicamente segnati da almeno due dei sintomi più emblematici.

 

 

TERAPIA DELLA SINDROME DI BEHÇET

La complessa eterogeneità del quadro clinico, unitamente all’applicazione delle indispensabili regole dalla Medicina Personalizzata, impone l’adozione di protocolli terapeutici diversi nei diversi pazienti pure affetti dalla medesima patologia, in relazione alle diverse manifestazioni cliniche e alla severità della stessa.

 

Nel tempo, i protocolli terapeutici della malattia di Beçhet son passati dalla tradizionale somministrazione di cortisonici e colchicina, all’impiego di farmaci immunomodulanti tra i quali soprattutto l’azatioprina e la ciclosporina, fino ai più attuali farmaci biotecnologici che, utilizzando anticorpi monoclonali in grado di legare ed inibire gli agenti responsabili dell’infiammazione e del danno d’organo (citochine infiammatorie), svolgono un’azione mirata stabilizzando casi di malattia di Beçhet severi o, comunque, refrattari ai trattamenti più comuni.

 

Tuttavia, per attenuare i dolori articolari può essere usata la colchicina, al pari dei cortisonici (prednisone, metilprednisolone) utilizzabili semmai nelle infiammazioni oculari o del sistema nervoso centrale. Se la colchicina non aiuta, potrà essere somministrato l’Interferone alfa o l’Apremilast, un farmaco orale generalmente usato nella psoriasi e capace di agire sul processo infiammatorio cellulare. L’assunzione orale di Dapsone può contribuire a ridurre il numero e la durata di ulcere orali e genitali. Stessi effetti terapeutici può sortire l’Azatioprina, utile anche a ridurre il dolore articolare. Tra i farmaci biologici utilizzabili nella malattia di Beçhet sono certamente da annoverare Etanercept, ma anche Infliximab o eventualmente Adalimumab.

 

PROGNOSI DELLA SINDROME DI BEHÇET

Negli anni, la Malattia di Behçet può andare incontro a imprevedibili fasi di decisa attenuazione dei sintomi, a loro volta bruscamente interrotte da violente riacutizzazioni con sintomatologia più o meno intensa. Tanto i periodi di quiescenza quanto quelli di riaccensione della malattia possono durare settimane, mesi o anni. In diversi casi, i pazienti prima o poi raggiungono la completa remissione, per quanto l’impostazione di una terapia appropriata possa comunque consentire a queste persone di ottenere un buon controllo anche delle fasi critiche mantenendo una qualità di vita più che accettabile per molti anni dopo la diagnosi.

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