06 Apr Soffro di allergia: posso fare il vaccino?
Il terzo numero di Risposta ImmunITALIA, la rubrica settimanale in cui il prof. Minelli risponde alle domande dei pazienti, è dedicato ad azioni e reazioni dei vaccini anti-CoViD.
Chi ha l’asma è un paziente fragile?
Non è facile dare una definizione precisa dell’asma bronchiale. L’asma è una sindrome infiammatoria che deriva dal concorso di fattori numerosi e variabili, caratterizzata da un elemento essenziale e costante: l’ostruzione solitamente reversibile dei bronchi, con difetto della ventilazione. La sintomatologia comprende, dunque, fame d’aria e affanno determinati dall’infiammazione allergica che, nel caso specifico, si concentra sull’apparato respiratorio.
La gravità del quadro sintomatologico può variare molto da persona a persona, anche (ma non solo) in relazione all’entità dell’esposizione all’allergene scatenante che può essere inalabile (pollini, acari, muffe, peli e forfore di animali), ma anche alimentare (latte e sue proteine, proteine dell’uovo, frumento, LTP, ecc.).
Nelle fasi più avanzate della malattia, che non vuol dire per forza età anziana, l’ostruzione bronchiale determinata dall’asma può diventare irreversibile con conseguente comparsa di severa insufficienza respiratoria cronica.
Per queste ragioni, in considerazione della sua grande eterogeneità clinica (oltre che eziologica) peraltro prevalentemente concentrata sul distretto polmonare che è anche bersaglio prediletto del nuovo coronavirus, il soggetto con asma bronchiale è da considerarsi paziente fragile quando presenta contemporaneamente almeno tre delle condizioni di seguito indicate:
- ha sintomi diurni di asma più di due volte a settimana;
- ha qualche risveglio notturno dovuto a broncospasmo;
- ha bisogno di inalare broncodilatatori più di due volte a settimana;
- ha necessità di limitare, a causa dell’asma, le proprie attività quotidiane.
Sono stata convocata per la vaccinazione, in quanto caregiver di mio padre. Vorrei sapere se per le mie patologie allergiche devo usare qualche precauzione.
A domande come questa – e ogni giorno son davvero tante tante – a cui ho già dato riscontro più e più volte, rispondo ancora una volta anteponendo una premessa che non può essere omessa: è risaputo che reazioni avverse ai vaccini possono insorgere anche in soggetti che non abbiano mai precedentemente manifestato allergie.
Nelle persone con storia comprovata di allergia o comunque di iper-reattività a xenobiotici (farmaci, parafarmaci o additivi di vario genere), può essere suggerita una prudenziale copertura con antistaminici (Ebastina, Cetirizina, Idrossizina, Levocetrizina, Oxatadomide, Bilastina, Fexofenadina, Mizolastina, Desloratadina, ecc.) considerando che da sempre in allergologia la “premedicazione” è stata e continua ad essere pratica preliminare atta ad escludere o quanto meno limitare i rischi connessi a somministrazione indispensabile di farmaci ritenuti a rischio. D’altronde non s’è mai visto che un antistaminico abbia avuto in questi pazienti effetti negativi, anzi molto spesso, quando assunto preliminarmente, è in grado di ridurre decisamente reazioni cutanee e non solo, senza ovviamente avere alcun tipo di interferenza sulla risposta anticorpale.
Un protocollo utile per una proficua premedicazione, potrebbe prevedere la somministrazione di uno degli antistaminici già in precedenza segnalati: due sere e una sera prima del vaccino; il giorno del vaccino; la prima e la seconda sera dopo il vaccino.
Chi come me è allergica al nichel, al cromo e al cobalto ed ha anche una grave insufficienza venosa, è giusto che rientri nella fascia del vaccino Astrazeneca o è pericoloso? Sinceramente io ho una tremenda paura.
Sfatiamo una volta per tutte la storia dell’allergia al nichel e ad altri metalli: NON ESISTE ALCUNA CONTROINDICAZIONE ALLA SOMMINISTRAZIONE DEL VACCINO (che sia Pfizer, Moderna, Astrazeneca o Johnson & Johnson) in soggetti che abbiano storia documentata di allergia cutanea da contatto al nichel, al cobalto, al cromo, al timerosal, alla parafenielndiamina, ecc. Né tantomeno in soggetti con storia nota di allergia sistemica al nichel (SNAS). Non ci sono controindicazioni di tipo allergologico. Non ci sono rischi di reazioni avverse al vaccino in qualche modo riconducibili al fatto di essere precedentemente risultati positivi al patch-test. Non ci sono tracce di metalli pesanti nei vaccini, così come non ci sono 5G, feti morti o altre assurdità di genere analogo.
Diverso è il caso di pazienti che dovessero avere una qualche patologia aggiuntiva, associata alla già citata allergia a metalli, così come risulterebbe in questo caso. Vale sempre la pena ricordare, in simili circostanze, che la scelta ultima riferita alla esecutività del vaccino e di quale vaccino spetta al medico vaccinatore che potrà fare riferimento alla storia personale del paziente così come risulterà dalla scheda che lo stesso paziente avrà avuto cura di compilare prima di sottoporsi a vaccinazione e che potrà essere eventualmente corredata di qualche nota aggiuntiva certificata dal medico curante o da eventuale specialista di fiducia.
È necessario fare il test x sapere se sono allergica al componente PEG (PoliEtilenGlicole) contenuto nei vaccini Pfizer e Moderna, prima di sottoporsi a vaccinazione? Io ho storia di allergia che si manifesta con bozzi sulla pelle che compaiono dopo l’uso di bagnoschiuma.
Va detto subito che il PEG, unico elemento presente nel vaccino ad oggi riconosciuto come potenziale allergene, è abitualmente presente in prodotti di uso quotidiano come dentifrici, shampoo, ammorbidenti, solventi ed altri ancora. E va anche detto che la quantità di PEG presente nei vaccini a mRNA è decisamente inferiore rispetto a quella che può essere contenuta nei farmaci in cui questa sostanza è presente (ad esempio: lassativi a base di macrogol). Ancora oggi è in fase di studio il meccanismo attraverso il quale il PEG può innescare reazioni allergiche, così come, per accertare l’allergia al PEG, non sono stati ancora messi a punto test diagnostici specifici e sicuri.
Ricordo a beneficio di tutti che, oltre a piccolissime tracce di PEG, nei vaccini Pfizer e Moderna ci sono particelle di grasso che contengono l’mRNA, colesterolo, sali, saccarosio, acqua. E basta.
Volevo chiedere se il vaccino può essere nocivo in una persona che ha problemi di reazioni avverse a farmaci. Io personalmente ho documentato, grazie ad esami specifici, un’alterazione di alcuni geni che sono preposti al metabolismo dei farmaci, e vorrei sapere se questa condizione può comportare un qualche problema dovendomi sottoporre alla vaccinazione anti-CoViD.
Non ci sono particolari controindicazioni alla vaccinazione in persone con storia nota di allergia a farmaci, se non la raccomandazione, tra l’altro valida per tutti (e non solo per gli allergici), di restare in osservazione nel luogo di somministrazione per almeno un quarto d’ora dopo l’iniezione.
Nei casi in cui la pregressa reazione a farmaci dovesse essere stata particolarmente severa fino allo shock anafilattico, il tempo di permanenza in osservazione dovrà essere prolungato fino a 60 minuti e, in questi casi, sarebbe opportuna la somministrazione in ambiente ospedaliero protetto. Utile potrà anche essere, in tali circostanze, una consulenza allergologica preliminare alla vaccinazione e finalizzata alla prescrizione di un eventuale protocollo di premedicazione personalizzata.
In quanto poi alla reale capacità predittiva dei test genomici finalizzati a studiare la funzionalità dei sistemi enzimatici di detossificazione dei farmaci (analisi dei citocromi CYP), va detto con chiarezza che il percorso metabolico dei vaccini non è quello dei farmaci, di conseguenza nessun esame di quel genere (che tra l’altro non serve a diagnosticare reazione allergiche) potrà fornire indicazioni utili a predire rischi eventuali correlati alla somministrazione dei vaccini (non solo anti-CoViD).
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