
11 Gen CoViD e fake news tra pericolo e goliardia
Il 41° numero di Risposta ImmunITALIA, la rubrica settimanale in cui il prof. Minelli risponde alle domande dei pazienti, è dedicato alle fake news relative alla SARS CoV-2 e ai vaccini, con l’obiettivo di fare chiarezza e fornire esempi utili per difendersi dalle falsità pericolose che si diffondono attraverso i mezzi di comunicazione e soprattutto sui social.
Mi capita sempre più spesso di incontrare persone confuse a causa delle notizie false che circolano in rete: è necessario imparare a capire dove finisce la realtà e inizia la fantasia.
Certamente le fake news continuano a circolare seppure, nel tempo, con una formulazione parzialmente riveduta e potenziata.
Alle vecchie bufale oramai stantie ma sempre riciclabili come un intramontabile evergreen, del tipo “i vaccini sono sieri sperimentali che servono a modificare il DNA dei riceventi per riprogrammare il genoma, in modo da modificare le caratteristiche della specie umana”, se ne sono aggiunte altre che definire grottesche sarebbe riduttivo. Apprendiamo infatti dai social che questi vaccini “abbassano” le oramai ultra famose difese immunitarie (citate dai no-vax quasi fossero argomenti da sempre masticati con familiare nonchalance) e quindi funzionano al contrario; che favoriscono la creazione delle varianti e che nei ragazzi sono inutili… “tanto son giovani e non si ammalano di CoViD”.
C’è chi continua a pubblicare ritagli di antichi giornali, sperando che il lettore non si accorga della data di pubblicazione di un sospetto incidente vaccinale accaduto nel passato. C’è chi ogni giorno, con una puntualità maniacale, pubblica il caso di un accidente improvviso di vario genere (infarto acuto del miocardio, ictus, collasso cardiocircolatorio, anafilassi) del tutto indipendente da un vaccino mai fatto o semmai ricevuto molti mesi prima, ma che nella farneticante didascalia del no-vax diventa responsabile unico del malore improvviso.
C’è addirittura chi ha pensato bene di montare di proposito un set fotografico, che riproduce un isolato bagnante con occhiali e mascherina, ripreso al largo in acque profonde, per dimostrare la presunta imbecillità del solito sistema “asservito ai poteri oscuri del nuovo ordine mondiale per lo sterminio programmato degli umani, ecc.”.
I social fanno il resto, con la diffusione su larga scala di immagini e reazioni.
Quali sono le fake news più diffuse relative alla CoViD e alla pandemia?
Riprendo un puntuale articolo pubblicato da Adnkronos solo pochi giorni fa e provo a ripercorrere le fake news più gettonate dagli albori della pandemia ai giorni nostri:
- il Coronavirus è un’invenzione e, ammesso che esista, è solo un raffreddore o una banale forma di influenza, dunque non è pericoloso;
- la CoViD si cura benissimo a casa con le erbe, le vitamine, i farmaci comuni come la tachipirina o altri prodotti non riconosciuti o non consigliati dalla medicina ufficiale, e magari con disinfettanti contenenti candeggina, come suggerito dall’ex presidente americano Donald Trump la cui foto, di solito, risalta tra gli amici virtuali dei “fake-diffusori”;
- il vaccino contiene microchip per controllarci a distanza con la rete 5G e farci diventare dei robot con comportamenti programmati;
- nel vaccino ci sono sostanze nocive, come grafene o metalli pesanti, e dotate di proprietà magnetiche (sono circolate a lungo le foto di monete metalliche attaccate al braccio dei vaccinati);
- i vaccini non sono sicuri perché non sono stati sperimentati e quindi la gente comune viene utilizzata come cavia inconsapevole;
- la pandemia è stata pianificata da Big Pharma (l’organizzazione mondiale delle case farmaceutiche) con il solo obiettivo di arricchirsi;
- la pandemia è un complotto dei poteri forti (presieduti da Bill Gates, George Soros e altri imprenditori e finanzieri famosi) per ottenere il controllo mondiale sull’umanità;
- il green pass è uno strumento di regime per controllare gli spostamenti e instaurare la dittatura sanitaria;
- politici, operatori sanitari e VIP si sono vaccinati per finta;
- i vaccinati si ammalano più dei non vaccinati e sono più contagiosi;
- le terapie intensive degli ospedali sono vuote, tutt’altro che piene di ricoverati come vogliono farci credere;
- i morti di CoViD sono fasulli, a partire da quelli di Bergamo trasportati con i camion militari, e tutte le statistiche ufficiali sono alterate: i decessi avvenuti per le più varie cause, anche naturali, vengono falsamente attribuiti al Coronavirus per tenere alto l’allarme.
Chi è responsabile della diffusione di fake news?
È chiaro che tutti questi passaggi non possono essere affidati all’estro creativo di qualche “eccentrico” isolato. C’è un’organizzazione capillare, attenta e scrupolosa, che sovraintende a un’azione di screditamento minuziosa, martellante, irriverente e irrispettosa verso le competenze e i ruoli istituzionali. Si tratta di soggetti che, spesso, operano in rete, si informano a vicenda, si mascherano dietro a pseudonimi inquietanti e intervengono secondo strategie ben definite, inondando con link e citazioni apocalittiche e farneticanti la postazione o i profili di volta in volta presi di mira.
Perché le fake news sono pericolose?
Il fatto è che molte delle bufale sapientemente distribuite da questi soggetti hanno ampia diffusione e hanno convinto parecchie persone a essere scettiche nei confronti della scienza e dei comunicati ufficiali, al punto da rifiutare i vaccini e le cure mediche, mettendo così a rischio la propria salute e quella degli altri.
Diffondere e propagare notizie false sulla CoViD è un reato?
In realtà la nota di Adnkronos fa riferimento a due reati contemplati da precisi articoli del codice penale:
- l’art. 656 del codice penale dispone che “chiunque pubblica o diffonde notizie false, esagerate o tendenziose, per le quali possa essere turbato l’ordine pubblico, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a 309 euro”.
Pubblicare e diffondere significa rendere una determinata notizia di dominio pubblico, e ciò può avvenire attraverso qualsiasi mezzo e canale di informazione, compresi YouTube, Facebook, Instagram e TikTok, o mediante le chat di gruppo come quelle su WhatsApp e su Telegram; - l’art. 658 del codice penale prevede il reato di procurato allarme a carico di “chiunque, annunciando disastri, infortuni o pericoli inesistenti, suscita allarme presso l’Autorità, o presso enti o persone che esercitano un pubblico servizio”. La pena è dell’arresto fino a sei mesi o l’ammenda da 10 a 516 euro.
Due reati, dunque. Per uno dei due, quello relativo alla diffusione di notizie false e tendenziose, è all’esame del Parlamento una proposta di legge che punta a introdurre nel codice penale, all’art. 656 bis, la nuova ipotesi di reato di “Pubblicazione o diffusione, attraverso piattaforme informatiche, di notizie false e prive di fondamento scientifico in materia sanitaria”, finalizzata proprio a prevenire il proliferare delle notizie false sulla CoViD-19.
Si può solo sperare che facciano in fretta. Intanto noi continuiamo imperterriti a vigilare sulla diffusione di notizie prive di fondamento scientifico e a divulgare buone pratiche.
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