10 Mag Il Cibo e l’Istamina: allergia vera, pseudoallergia o intolleranza?
Di solito, l’istamina è associata alle allergie, delle quali è considerata il principale agente scatenante. I farmaci comunemente usati per prevenire o neutralizzare reazioni allergiche sono chiamati “antistaminici”, perché mirano a bloccare l’azione di questo importante mediatore dell’infiammazione allergica. Eppure, in aggiunta a questi processi, va detto che nell’organismo umano il rilascio di istamina da parte delle cellule che la contengono può anche verificarsi con meccanismi non immunologici che simulano un’allergia ma che in realtà non è, evocando una PAR (Pseudo-Allergic Reaction). Questa può essere la conseguenza a traumi fisici o ad intense condizioni stressogene, ma anche all’azione diretta di farmaci, mezzi di contrasto, veleni di insetti, alimenti.
C’è da aggiungere, inoltre, che l’istamina viene abitualmente prodotta insieme ad un enzima chiamato Diaminossidasi (DAO) che, nell’organismo umano, provvede alla sua fisiologica degradazione. Nei casi in cui dovesse verificarsi una carenza primaria di questo enzima o un suo difetto funzionale magari legato all’assunzione di alcuni farmaci, i livelli di istamina nell’organismo salgono e allora si parla di intolleranza all’istamina. Il fenomeno sembra interessare all’incirca l’1% della popolazione generale con maggiore frequenza nelle donne di mezza età. In questi rari casi una dieta a basso contenuto di istamina può certamente alleviare i disturbi.
A prescindere dalle dinamiche che potranno essere allergiche, pseudo-allergiche o enzimatiche, un’aumentata disponibilità di istamina porta dunque ad una serie di effetti che, a cascata, produrranno conseguenze cliniche soprattutto caratterizzate da vasodilatazione con arrossamento, gonfiore, dolore e/o prurito nell’organo interessato. È quel che accade nella pelle, per esempio, caso di orticaria, negli occhi in caso di congiuntivite, nel naso in caso di rinite, nella bocca o nella gola in caso di angioedema, nei bronchi in caso di asma, nell’intestino in quei casi di diarrea acuta conseguenti ad una massiva liberazione locale di istamina. Le dinamiche rimangono sempre quelle a prescindere dalla sede in cui l’istamina viene liberata. Semmai, a seconda dell’organo interessato, potrà cambiare la tipologia dei sintomi, ma questo non deve trarre in inganno. Le malattie mediate dall’istamina, tra le quali certamente primeggiano per frequenza ed incidenza quelle immuno-allergiche, non si gestiscono in base ai sintomi e i pazienti non vanno distribuiti in ambulatori e reparti diversi a seconda che il sintomo prevalente sia nel naso, negli occhi, nei bronchi o nell’intestino. In queste patologie diffuse e ad andamento cronico, unica è la patogenesi per una patologia anch’essa unica per quanto eterogenea.
Se ne parla nel nuovo appuntamento con τροφήν la prima medicina, la rubrica curata dall’immunologo Mauro Minelli e dedicata all’impatto del cibo sulla salute dell’uomo, che nella puntata di questa settimana approfondisce il tema “alimenti-istamina” e i molteplici aspetti di un’interazione a volte tumultuosa ed aggressiva.
UNA RUBRICA DI:
Mauro Minelli – docente di “Scienze tecniche dietetiche applicate” presso Università LUM “Giuseppe Degennaro” e coordinatore responsabile della sezione “Italia Meridionale” della Fondazione Italiana Medicina Personalizzata (FMP).