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Allergia al nichel: cosa mangiare?

Allergia al nichel cosa mangiare

Allergia al nichel: cosa mangiare?

Il 33° numero di Risposta ImmunITALIA, la rubrica settimanale in cui il prof. Minelli risponde alle domande dei pazienti, è dedicato all’allergia al nichel: cosa mangiare per evitare reazioni del sistema immunitario.

Leggi anche “Allergia al nichel: cause, sintomi, diagnosi” per approfondimenti.

Un momento di stress acuto può accentuare la risposta al nichel, ovvero il nichel in alcune condizioni può scatenare una risposta immunitaria più violenta?

Non diciamo nulla di nuovo o di inedito – ora, a prescindere, nello specifico, dal nichel – quando affermiamo che l’associazione tra ansia, depressione e stress in soggetti allergici si caratterizza per un peggioramento delle manifestazioni allergiche (orticaria, asma…) in cui sono evidentemente coinvolti anche fattori immunologici. Questo dato, che poi emerge da studi condotti da diversi ricercatori, sembra essere legato ad un’aumentata reattività distrettuale ovvero sistemica mediata da meccanismi colinergici (nei quali entra in azione l’acetilcolina: neurotrasmettitore che può provocare vasodilatazione *), con la presenza, documentata nelle fasi acute di stress, delle stesse citochine responsabili anche dell’infiammazione allergica.

D’altro canto evidenze sempre più numerose dimostrano il coinvolgimento delle citochine proinfiammatorie, quelle liberate nel corso di reazioni immuno-allergiche, nella patogenesi della depressione. Vari sono ormai gli studi sulle citochine che vengono associate ai disturbi dell’umore con particolare riferimento alla presenza, nella depressione, di citochine classicamente implicate nei processi generatori delle immunopatie (IL1- IL6- TNFAlfa).
Sull’apparato gastrointestinale, tramite stimolazione del nervo vago aumenta il tono, l’ampiezza delle contrazioni e l’attività secretoria dello stomaco e dell’intestino; gli sfinteri, invece, risultano rilasciati.


* Sull’apparato respiratorio determina broncocostrizione e stimolazione dei chemocettori dei glomi aortico e carotideo, con conseguente iperpnea riflessa.
Sull’apparato urinario, tramite stimolazione sacrale parasimpatica provoca la contrazione del muscolo detrusore della vescica, aumentando la pressione di svuotamento e la peristalsi ureterale; gli sfinteri, invece, risultano rilasciati.

… Sono allergico a tutto (istamina, solfiti, melanzane, caffè, ananas, tachipirina, paracetamolo, penicillina). Più di una volta sono andato al pronto soccorso in codice rosso. Ho una allergia alimentare al nichel e non posso più mangiare una verdura, mi aiuta in tal senso? Posso considerare alcuni vegetali sicuri?

L’allergia “a tutto” non esiste se non nella disperazione di chi non riesce ad individuare con precisione un determinante significativo capace di generare uno stato perenne di iperreattività, di abnorme capacità di risposta del S.I. Questa iperreattività di fondo genera, a sua volta, una condizione di infiammazione costante sulla quale uno stimolo minimo capace di liberare istamina (e che in condizioni di stabilità avrebbe scarsissima rilevanza) funge da detonatore facendo esplodere il sistema.

Il nostro ascoltatore parla di melanzane e ananas: alimenti che contengono nichel! Ed è chiaro che, per quel che ho detto prima, a proposito della diffusione del nichel, non potrà mangiare verdure perché non esistono per lui vegetali sicuri se non conosce qual è il limite massimo di nichel cui può esporsi.

Parla di solfiti o di penicillina: prodotti risaputamente in grado di procurare reazioni allergiche di vario tipo ed entità in soggetti predisposti.

Questo non significa essere allergici a tutto. Significa semplicemente non avere correttamente inquadrato il proprio caso che potrebbe essere adeguatamente controllato se conosciuto nei dettagli, senza bisogno di ricorrere con urgenza al farmaco salvavita che tampona temporaneamente il sintomo a prescindere dalla causa o dalla concomitanza di cause generatrici di quel sintomo!

La disidrosi è correlabile a questa allergia al nichel? E cos’è la disidrosi?

La disidrosi è una forma di dermatite generalmente ricorrente che, il più delle volte, si sviluppa negli spazi interdigitali di mani e piedi, in altri casi sul palmo della mano o del piede, più raramente sul dorso delle mani. È caratterizzata dalla comparsa di vescicole spesso pruriginose, che contengono un liquido trasparente e che spesso, dopo essersi raggruppate in vescicole più grandi, tendono gradualmente a riassorbirsi lasciando la pelle secca e screpolata, con possibili sanguinamenti magari causati dalle manovre di grattamento praticate dallo stesso paziente.

Al di là del solito collegamento con stress o ansia, si è ritenuto che il problema possa essere causato, tra l’altro, da un eccesso di sudorazione, o da infezioni locali o anche da possibili intolleranze alimentari considerando che alcuni pazienti riferiscono che con diete appropriate i sintomi regrediscono.

È evidente che la correlazione, possibile ma non scontata e dunque da verificare, tra allergia al nichel e disidrosi non può non transitare attraverso la verifica di un patch-test eventualmente positivo per il nichel, cui poi dovrebbe seguire l’iter diagnostico, già in precedenza descritto, con:

  • rilevata remissione del disturbo grazie ad un regime dietetico controllato
  • e riaccensione del disturbo in corso di successivo test di stimolazione orale.

… Ho conosciuto un soggetto allergico al nichel che accusava prurito alla gola, ma non riusciva a capire quale era l’alimento scatenante. Aveva escluso dall’alimentazione tutti gli alimenti in scatola. Mi dà qualche consiglio?

I cibi in scatola rappresentano solo una porzione molto limitata, per quanto piuttosto critica in ragione del loro elevato contenuto in metallo, del grosso contingente degli alimenti “a rischio” per i soggetti sensibili al nichel.

Come già dicevo prima il nichel è un po’ dappertutto ed è quindi difficile, per chi soffre di tale allergia, condurre una dieta equilibrata. Ribadisco il concetto di massima che la maggior parte degli alimenti contenenti nichel è di origine vegetale: ad esempio tra quelli a più alto contenuto ricordo i legumi (lenticchie, ceci, piselli), i pomodori, i carciofi, gli asparagi, i cavoli, i broccoli, gli spinaci.

Il nichel è anche presente nella cioccolata (tantissimo!) – nella frutta in guscio – nella farina di mais – nel thè nei funghi – nel vino. Tra gli alimenti di origine animale, l’uovo di gallina è quello a più elevato contenuto.

Una nutrizionista scrive: “ho molti pazienti allergici al nichel, ma purtroppo in letteratura esistono molte liste di alimenti che sono talvolta tra loro contrastanti. Esiste un riferimento certo?”

No! Non ci sono in tal senso riferimenti certi. Molto dipende dalla provenienza del prodotto. Nel senso che la concentrazione del nichel nei diversi alimenti è certamente influenzata dalle caratteristiche geochimiche del terreno di produzione, ma anche (e, forse, soprattutto) dalla presenza più o meno significativa di particelle metalliche derivanti da fonti d’inquinamento. Sicchè, ad esempio, il pomodoro coltivato su substrati vicini a poli siderurgici può contenere quantitativi di metallo decisamente superiori a quelli presenti in ortaggi analoghi provenienti da coltivazioni più salubri.

Dalla letteratura scientifica, richiamata dall’ascoltatrice, si traggono tuttavia altro tipo di informazioni attendibili, in particolare relative all’assunzione ordinaria di nichel che, nei cittadini americani adulti, oscilla fra i 300 e i 600 µg (milionesimi di grammo) al giorno. Per la popolazione italiana, invece, è stata calcolata un’assunzione giornaliera che varia tra i 150 e i 900 µg di nichel.

D’altro canto, il fabbisogno giornaliero di tale metallo è stato valutato fra i 25 e i 35 mg, per quanto la sua funzione biochimica non sia ancora del tutto chiara.

Esistono delle soglie ufficiali? Quando un alimento può essere definito ad alto contenuto di nichel?

Beh, in linea di massima e relativamente al nichel, gli alimenti possono essere distinti in tre grandi gruppi:

Alimenti a basso contenuto di nichel (contenenti Nichel tra 0,008 e 0,06 mg/g)

  • Caffè: 0,008 mg/g
  • Birra: 0,01 mg/g
  • Mele: 0,01 mg/g
  • Carote: 0,04 mg/g
  • Patate: 0,05 mg/g

 

Alimenti ad alto contenuto di nichel (da 1 a 10 mg/g )

  • Fagioli, fagiolini: 1,4 mg/g
  • Nocciole: 1,5 mg/g
  • Noci: 1,5 mg/g
  • Lenticchie: 1,9 mg/g
  • Marmellate di frutta: 2,3 mg/g
  • Arachidi: 2,9 mg/g
  • Margarina: 4 mg/g
  • Liquirizia: 4,4 mg/g
  • Cacao in polvere: 10 mg/g

Alimenti a medio contenuto di nichel (da 0,06 a 0,9 mg/g)

  • Pomodoro fresco: 0,01 mg/g
  • Pere: 0,1 mg/g
  • Pompelmo: 0,1 mg/g
  • Porro: 0,1 mg/g
  • Rabarbaro: 0,1 mg/g
  • Grano saraceno: 0,2 mg/g
  • Miele: 0,2 mg/g
  • Pomodoro (salsa): 0,2 mg/g
  • Spinaci: 0,2 mg/g
  • Aragosta: 0,3 mg/g
  • Cavolfiore: 0,3 mg/g
  • Datteri: 0,3 mg/g
  • Farina integrale: 0,3 mg/g
  • Piselli: 0,3 mg/g
  • Riso: 0,3 mg/g
  • Asparagi: 0,4 mg/g
  • Cipolle: 0,4 mg/g
  • Mais: 0,4 mg/g
  • Pesche: 0,4 mg/g
  • Ananas: 0,5 mg/g
  • Mitili: 0,6 mg/g
  • Ostriche: 0,6 mg/g
  • Prugne: 0,6 mg/g
  • Soia: 0,7 mg/g
  • The: 0,8 mg/g
  • Avena: 0,9 mg/g
  • Albicocche: 0,09 mg/g
  • Fichi: 0,09 mg/g

Per approfondimenti su cosa mangiare in caso di allergia al nichel:

È vero che il nichel è contenuto anche nel tabacco? I fumatori allergici devono prestare attenzione?

Il fumo costituisce certamente fonte di nichel e, dunque, motivo di esposizione del paziente all’agente allergizzante.

Quello che si sa è che la combustione delle foglie di tabacco genera nichel-carbonile che, dai soggetti fumatori ma anche da quelli involontariamente esposti al fumo di sigaro o sigaretta fumati da altri, viene evidentemente inalato.

Si tratta di dati già da tempo riportati in letteratura, dati dai quali si evince, tra l’altro, che il contenuto di nichel è indipendente dal tipo di tabacco (light o meno che sia).

Quindi il fumatore allergico è avvisato!

C’è una correlazione tra sensibilità al glutine ed allergia sistemica al nichel?

Qui posso solo portare la nostra esperienza, in attesa di riscontri oggettivabili che pure stiamo disponendoci a pubblicare.
Partiamo dalla considerazione di fondo, già più volte ribadita, che le manifestazioni sistemiche da Nichel possono essere:

  • di tipo eczematoso
  • di tipo mucositico
  • di tipo vasculitico
  • di tipo respiratorio
  • di tipo orticarico
  • di tipo gastrointestinale

Avendo valutato tutto questo “pionieristicamente” già a partire dal 2005, abbiamo cominciato a considerare un “parallelismo clinico” di questo quadro – evidentemente riferibile al nichel – rispetto a quanto osservato in soggetti interessati da manifestazioni intestinali ed extraintestinali chiaramente scatenate dal glutine, per quanto non affetti da celiachia né da allergia al grano.

Su questi soggetti sono state effettuate una serie di indagini diagnostiche, tra le quali:

  • la valutazione di alcuni parametri ematologici “significativi” (emoglobina, sideremia, ferritinemia, folatemia, vit.D);
  • la tipizzazione HLA, finalizzata alla ricerca di specifici aplotipi associati alla suscettibilità genetica vs la celiachia;
  • la valutazione di alcuni “significativi” indicatori intestinali, rilevabili attraverso l’analisi istologica condotta su biopsie duodenali, finalizzata ad evidenziare eventuali alterazioni morfologiche dei villi intestinali, ma anche a quantificare l’entità dell’infiltrato linfocitario intraepiteliale (quota di linfociti T CD3+/100 enterociti).

I dati raccolti, se da un lato escludono in questi pazienti una condizione di franca celiachia, dall’altro evocano la possibilità di una sintomatologia correlata al glutine, su base infiammatoria, confermata dagli effetti positivi di una dieta “low-gluten” che, tuttavia, appare in grado di stabilizzare più significativamente il quadro clinico, solo se associata a regimi dietetici nichel-controllati.

Tali “effetti positivi“ comprendono: il controllo dei sintomi allergici; la stabilizzazione dei parametri ematologici; la prevenzione di possibili complicazioni.

Dott. Minelli, ci può riassumere delle Linee Guida alimentari e comportamentali?

Allora, proviamo a fare un po’ di sintesi:

Indubbiamente tutti a tavola dobbiamo stare attenti a quello che mangiamo: pochi grassi, equilibrato apporto di calorie, di zuccheri, di proteine. Ma vi è una categoria di persone, quelle allergiche al nichel, che devono davvero selezionare con grande accuratezza ciò che mangiano.

Il nichel – lo abbiamo detto – è il metallo più diffuso in natura. Ha un’ampia distribuzione nell’ambiente, ed è presente nell’aria, nell’acqua e nel suolo.

Nel suolo si libera in presenza di un substrato acido, mentre nell’aria è liberato da impianti industriali, energetici, inceneritori. Inoltre, nell’aria può permanere a lungo nell’atmosfera per poi ricadere in seguito al contatto con le gocce di pioggia.

Consegue a questa sua diffusa distribuzione il fatto che, come abbiamo detto, la maggior parte degli alimenti contenenti il nichel è di origine vegetale e di tali alimenti è stata fatta una accurata selezione.

Si può dire che nelle fasi più acute il soggetto allergico al nichel potrà introdurre, come vegetali, quantitativi controllati di Bietole, Finocchi, Carote, Radicchio, Indivia, meglio se cotti.

Si è anche detto dell’azione critica del fumo, tanto attivo, quanto passivo.

È noto, inoltre, che tanti oggetti di uso comune contengono nichel, tra questi:

  • accessori metallici dell’abbigliamento;
  • montature metalliche degli occhiali;
  • bigiotteria;
  • monete;
  • chiavi;
  • stoviglie in acciao.

In questo senso i materiali più sicuri risultano essere vetro e ceramica, ma non decorati perché anche nelle vernici è presente tale metallo. Anche l’acciaio inox non sembra creare problemi.

La SNAS essendo un’allergia non dovrebbe essere dose dipendente e invece mi è stato detto che non devo accumulare più alimenti contenenti nichel nella stessa giornata!

Di fatto l’allergia per definizione NON è dose dipendente, visto che le reazioni allergiche in quanto tali possono essere indotte da piccole quantità di cibo e che lo scatenamento può avvenire per ingestione di pochi mg di sostanza.

È evidente, tuttavia, che la complessiva intensità della fenomenologia reattiva e la rilevanza della sua significatività clinica non possono non risentire dal quantitativo totale di nichel ingerito anche perché, come ho già detto, questa allergia, nella sua forma sistemica, è stata dimostrata con dei test di provocazione orale nei quali le dosi utilizzate variavano da soggetto a soggetto, non essendo stata al momento determinata una dose minima di nichel che sia del tutto ininfluente nella maggior parte dei soggetti nichel-sensibili.

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