
06 Ago West Nile in Italia: cos’è, quali sono i sintomi, come proteggersi
I primi casi umani di West Nile Virus in Italia sono stati identificati nel 2008, soprattutto nelle regioni del Centro-Nord. Negli ultimi anni, tuttavia, si è registrato un aumento del numero di regioni e province con circolazione autoctona di uno degli arbovirus più diffusi al mondo, agente responsabile della West Nile Disease.
Che cos’è la West Nile Disease?
La West Nile Disease è una zoonosi, ovvero una di quelle malattie che gli animali possono trasmettere all’uomo. Il virus responsabile fu isolato per la prima volta in Uganda nel 1937 e gli esseri umani possono riceverlo attraverso le punture di zanzare del genere Culex.
Si dice che, in Italia, la malattia è autoctona. Cosa vuol dire?
La West Nile Disease, pur essendo nata in contesti territoriali distanti dall’Italia, nel nostro Paese è considerata “autoctona” quindi contraibile “sul posto” senza alcun bisogno di viaggi o trasferte in regioni del mondo nelle quali la malattia è, invece, “endemica”. Il suo ciclo di trasmissione coinvolge zanzare adulte che si infettano pungendo uccelli portatori del virus. I mammiferi, come ad esempio i cavalli oltre agli esseri umani, possono contrarre l’infezione in quanto ospiti accidentali.
Ma la trasmissibilità dell’infezione è solo affidata alle zanzare?
No. Oltre alla trasmissione tramite puntura di zanzare, il virus può essere trasmesso anche attraverso il trapianto di organi, le trasfusioni di sangue o con la trasmissione verticale dalla madre alla discendenza. Per tali ragioni, quando si rileva la presenza del virus in una provincia italiana, si iniziano a effettuare, tanto più nella stagione in cui il vettore è più attivo, controlli speciali sulle donazioni di sangue e di organi. Peculiarità dell’infezione da West Nile Virus è la sua non trasmissibilità da uomo a uomo.
Perché, se l’individuazione del primo caso di West Nile Disease risale al 1937, è in queste settimane che si parla insistentemente di tale infezione?
In realtà, è oramai da decenni che si registrano cambiamenti climatici importanti con impatti sempre più evidenti sulla sanità pubblica. In effetti, con la tropicalizzazione del clima alle nostre latitudini, molti vettori possono diventare competenti per agenti patogeni ed essere in grado di causare infezioni e malattie anche nell’uomo. Nel nostro Paese la massima attività dei vettori e il maggior numero dei casi si verificano nei mesi estivi, e la sorveglianza è massima tra maggio e novembre.
Come si manifesta la West Nile Disease? Quali sono i sintomi che la caratterizzano? Ci sono segni premonitori della malattia? E come la si cura?
Nella maggior parte dei casi, la malattia decorre in maniera asintomatica, sebbene possa talora manifestarsi con febbre, nausea, cefalea e rash cutaneo. Le forme severe, che più frequentemente colpiscono pazienti anziani e immunodepressi, possono presentare sintomi neurologici come disorientamento, tremori, disturbi alla vista, stato soporoso, convulsioni, paralisi e coma fino a conseguenze neurologiche permanenti ed encefalite letale (circa 1 caso su 1000).
Attualmente non sono disponibili vaccini contro il West Nile Virus, per cui la principale misura preventiva rimane la riduzione dell’esposizione alle punture di zanzara, specialmente durante il periodo di maggiore attività del vettore. Per questo è consigliabile proteggersi dalle punture ed evitare che le zanzare possano riprodursi facilmente:
- usando repellenti e indossando abiti chiari e coprenti quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto;
- usando delle zanzariere alle finestre e soggiornando in ambienti climatizzati;
- svuotando di frequente i contenitori con acqua stagnante (per esempio, secchi, vasi per fiori e sottovasi, bidoni, ecc.) e coprendo quelli inamovibili;
- cambiando spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali.
Ci sono trattamenti preventivi specifici per la West Nile Disease? Su cosa si fonda la profilassi per tale patologia?
In Italia, Paese nel quale il primo focolaio animale fu registrato nel 1998, è attualmente in vigore il “Piano Nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi, 2020-2025” che si pone l’obiettivo di ampliare la sorveglianza nei confronti della West Nile Disease, ma anche nei confronti di altre malattie trasmesse da vettori, tra cui ad esempio la febbre Dengue. L’intento è quello di intercettare precocemente la circolazione, sul territorio nazionale, del virus nelle specie bersaglio (ad es. uccelli) e negli insetti vettori (ad es. zanzare) e, quindi, di mettere in atto tutte le misure disponibili per prevenire o ridurre la trasmissione all’uomo.
Attualmente l’Istituto Superiore di Sanità ha disposto, sul proprio sito online, una dashboard dedicata alle arbovirosi che riporta, con frequenti bollettini epidemiologici, la situazione in merito ai diversi casi di malattia, animale e umana, in tempo reale nelle diverse regioni di Italia.