Le cozze munaceddhre. Delizie selvatica e raffinata.
Con la prima settimana di settembre, dopo la pausa estiva, ritorna l’appuntamento settimanale con “Il Gusto della Salute“. E per riprendere il nostro viaggio nel mondo degli alimenti, ne abbiamo scelto uno tra i più antichi della storia umana, annoverato tra i prodotti alimentari “selvatici”. La sua innocuità unita ad una proverbiale lentezza, proprietà per lei decisamente svantaggiose, hanno rappresentato per l’uomo “cacciatore”, abituato ad imprese ben più impegnative, un vero e proprio “invito a pranzo”.
Parleremo delle chiocciole terrestri, più comunemente lumache di terra o munaceddhre (monacelle) nella tradizionale locale dell’area salentina dove rappresentano una testimonianza viva del patrimonio rurale e culturale pugliese.
Consumate dai nostri antenati in grandi quantità, come confermato dai ritrovamenti, in preistoriche caverne, di veri e propri ammassi di gusci vuoti e ben puliti, le lumache di terra hanno sempre fatto parte della tradizione alimentare del nostro Paese e, per quanto poco citate, rientrano di diritto negli schemi della Dieta Mediterranea.
Fino a non molto tempo fa il loro consumo era dipendente dall’andamento climatico, a sua volta legato alla consuetudine di questi molluschi di uscir fuori dalle loro tane subito dopo le piogge. Era allora che si catturavano con grande facilità; quindi venivano purgate nella crusca per eliminare residui di erbe o funghi velenosi prima di essere cucinate e servite in portate squisite e compatibili con qualunque regime alimentare. Ora invece è molto più difficile trovare sul mercato lumache allo stato selvatico, essendo quasi tutte d’allevamento.
Anche se non proprio facili da mangiare (emblematica è, in tal senso, la celebre scena di Vivien con le lumache alla Bourguignonne in Pretty Woman), la loro carne tenera è considerata alimento prezioso dal punto di vista dietetico.
- Ma il loro profilo nutrizionale è davvero compatibile con le esigenze di tutti?
- Cos’è che le rende preziose dal punto di vista dietetico?
- Ci sono controindicazioni al loro consumo?
- È vero che in passato venivano ingerite vive per curare le gastriti? E come mai, talvolta, risultano invece difficili da digerire?
Approfondiremo l’argomento andando a curiosare tra gli stand di un evento gastronomico unico nel suo genere, integralmente dedicato alla munaceddhra, della quale metteremo in risalto “pregi e difetti”, raccontando anche il ruolo importante che essa ha ricoperto nell’alimentazione e nella gastronomia non solo locale, e fornendo qualche informazione e consiglio per un consumo consapevole.
Una rubrica di:
Mauro Minelli – prof. Straordinario di Igiene Generale e Applicata e Referente per il SUD-Italia della Fondazione Medicina Personalizzata
Ospiti:
Dominga Maio – Biologa nutrizionista del Network PoliSmail
Marco Renna – Giornalista
L’iniziativa è svolta sotto l’egida della FMP Fondazione Medicina Personalizzata – Media partner ADNKronos.