In origine, durante le feste natalizie, facevano coppia con i “purceddhruzzi” ma, a differenza di questi gnocchetti di pasta dolce fritta e amalgamata con il miele, le chinuliddhre, in linea con la ricca onomatopea del loro nome, racchiudono in una sola parola il senso del ‘pieno’ (“chinu”) ma anche del ‘piccolo’ e del ‘buono’ con la leggiadria del loro vezzeggiativo rinforzato dalla pienezza, non solo lessicale, di ben 4 consonanti messe insieme, non facili da pronunciare per chi non è del luogo.
Malgrado l’apparente semplicità del prodotto, fatto di pasta frolla, numerose sono le varianti di questo dolce per lo più legate alle consuetudini dei diversi territori nei quali tradizionalmente viene preparato. Spicca tra questi certamente il Salento che, con le sue genti, ha da sempre adottato la chinuliddhra come manufatto dolcemente farcito, abitualmente preparato per arricchire i menù del festoso periodo di fine d’anno.
Il Gusto della Salute – una rubrica di:
Mauro Minelli – docente di “Scienze tecniche dietetiche applicate” presso Università LUM “Giuseppe Degennaro” e coordinatore responsabile della sezione “Italia Meridionale” della Fondazione Italiana Medicina Personalizzata (FMP).
Ospiti:
Dominga Maio – Biologa nutrizionista del Network PoliSmail
Marco Renna – Giornalista
L’iniziativa è svolta sotto l’egida della FMP Fondazione Medicina Personalizzata – Media partner ADNKronos.