Impatto salutistico – Indicazioni
Primo esempio di alimento funzionale, le patate sono accessibili e adattabili a mille ricette in diete equilibrate, da quella mediterranea a quelle vegetariane o senza glutine. Inoltre, grazie ai processi di arricchimento del suolo in fase di coltivazione, alcune varietà di patate forniscono selenio e iodio.
In forza delle sue proprietà, la patata è certamente in grado di offrire non pochi benefici per la salute, pur con qualche zona d’ombra che, di seguito, andremo sinteticamente ad esplorare.
1) La patata è ricca di carboidrati, soprattutto amidi, che rilasciano energia ma senza “appesantire”, in quanto prive di glutine. Oltretutto, la fibra che nella patata è contenuta facilita il transito intestinale e con azione prebiotica, favorisce la crescita di batteri “buoni”, migliorando la salute del microbiota intestinale.
2) La patata contiene vitamina C che stimola le difese immunitarie, favorisce la formazione del collagene e protegge dai danni dei radicali liberi. A potenziare quest’ultima azione contribuiscono pure altri composti bioattivi, come antociani e carotenoidi, dotati di potere antiossidante.
3) Nella medicina popolare, il succo di patata è considerato utile ad alleviare irritazioni, scottature e infiammazioni della pelle, grazie alle sue proprietà emollienti e lenitive.
4) Le patate contengono potassio che, oltre ad intervenire nel controllo della pressione arteriosa, agisce anche sul corretto funzionamento dei sistemi nervoso e muscolare, prevenendo crampi e debolezza.
5) Quando cotte senza aggiunta di grassi, magari per bollitura, o cottura a vapore o in forno a microonde, le patate presentano un elevato potere saziante associato a un basso contenuto calorico. La stessa cosa non può dirsi per le patate fritte. Evidenze scientifiche recenti hanno ulteriormente confermato che il consumo di patate bollite determina un effetto saziante superiore rispetto ad altre modalità di preparazione, come la frittura. Quest’ultima, infatti, comporta un incremento significativo della densità energetica del prodotto, dovuto all’assorbimento di grassi durante la cottura, con conseguente aumento dell’apporto calorico per porzione.