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Il Lampascione

Camminando per le campagne pugliesi e lucane, tra marzo e giugno, non è infrequente imbattersi in fiori semplici ma eleganti che ricordano i giacinti. Oltre a dilettare i nostri occhi, le piante adornate da quei fiori potrebbero deliziare anche il palato, perché la semplicità e la versatilità dei loro bulbi consente di creare delle ricette originali e gustose.

 

I lampascioni sono uno degli ortaggi più antichi reperibili anche come piante spontanee nei territori apulo-lucani, dei quali rappresentano una specialità tipica. Crescono nascosti nel terreno fra i 10 e i 30 cm di profondità, hanno un sapore amarognolo, sono sodi, croccanti ed in grado di dispensare tante virtù benefiche per l’organismo umano in forza del loro ricco contenuto in vitamine e sali minerali. Per questo essi vengono diffusamente usati nell’allestimento di piatti tipici della tradizione mediterranea, sia crudi in insalata che cotti, per quanto la loro preparazione più comune rimanga quella sott’olio in agrodolce, da portare in tavola come antipasto o contorno per secondi a base di carne.

 

Nella scheda di Cibarius dedicata, esploriamo del lampascione:

  • le curiosità storiche 
  • le caratteristiche botaniche
  • i valori nutrizionali e le calorie 
  • gli usi in cucina
  • i benefici
  • le controindicazioni ed effetti collaterali
  • le allergie
  • le interferenze farmacologiche

 

 

Il Gusto della Salute – una rubrica di:
Mauro Minelli – docente di “Scienze tecniche dietetiche applicate” presso Università LUM “Giuseppe Degennaro” e coordinatore responsabile della sezione “Italia Meridionale” della Fondazione Italiana Medicina Personalizzata (FMP).

Ospiti:
Dominga Maio – Biologa nutrizionista del Network PoliSmail
Marco Renna – Giornalista

 

L’iniziativa è svolta sotto l’egida della FMP Fondazione Medicina Personalizzata – Media partner ADNKronos.

Curiosità storiche sul lampascione

I lampascioni sono noti da sempre oltre che per acclarate virtù benefiche, anche per le loro presunte proprietà afrodisiache. Plinio il Vecchio, nella sua Naturalis historia, ne decantava gli effetti parlando di bulbi capaci di esaltare al massimo grado il desiderio erotico. Ed infatti nell’antica Roma, durante i pranzi nuziali, i lampascioni venivano offerti agli sposi e agli invitati come segno di buon augurio ed auspicio di fecondità.

 

Dai botanici la pianta viene indicata con il nome di leopoldia comosa, coniato in onore del granduca di Toscana Leopoldo II° che, del lampascione, era un grande estimatore. Il termine latino comosum, invece, vuol dire “chiomato” e descrive il ciuffo di fiori posti nel tratto apicale della pianta.

 

Nella traduzione dialettale del Sud della Puglia, lampascione si trasforma in pampascione, termine tutt’altro che amichevole con il quale si usa definire persone ingenue e credulone, impacciate o lente di comprendonio.

Pillole di botanica e agronomia

Il lampascione – leopoldia comosa – è una pianta bulbosa perenne, appartenente alla famiglia delle Liliaceae (o Asparagaceae), assai diffusa nelle regioni mediterranee.

 

Il bulbo, sotterraneo, ha dimensioni non superiori ai 4 cm di diametro, un peso tra i 10 e i 40 grammi ed è avvolto da tuniche esterne di colore rosso-violaceo. Proprio dal bulbo si generano le prime foglie che spuntano nei mesi invernali seguite, in primavera, dal fusto alto fino ad oltre mezzo metro, a sua volta sormontato da un’infiorescenza composita che, nella parte apicale, assume un aspetto ‘a fiocco’.

La parte commestibile della pianta è rappresentata dai bulbi che possono essere conservati in agrodolce.

 

I lampascioni possono essere rinvenuti in tutte le regioni italiane, per quanto la loro presenza sia molto più radicata nelle regioni meridionali. Di fatto, la pianta vive e si sviluppa nei campi e nei luoghi incolti fino a 1500 metri sul livello del mare.

 

Il periodo dell’anno più adatto per la raccolta dei lampascioni è la fine dell’inverno, tra gennaio e marzo, quando dal terreno spuntano le prime foglie e la pianta può essere, così, identificata. A tal proposito occorre richiamare alla prudenza chi si dovesse avventurare alla ricerca di lampascioni selvatici, visto che una scarsa perizia potrebbe portare a confondere i lampascioni con i bulbi del Colchitum autunnale che è una pianta velenosa.

Proprietà nutrizionali e virtù benefiche del lampascione

I lampascioni sono bulbi commestibili assolutamente ipocalorici: portano solo 40 kcal per 100 g di prodotto fresco, ben mondato e non condito. Di questo apporto calorico, il 60% deriva dai carboidrati, il 20% dai grassi e il 10% dalle proteine. Nel dettaglio, analizzando i valori nutrizionali per 100 g di prodotto edibile, il lampascione contiene al suo interno:

  • grassi: 1 g
  • proteine: 1,2
  • carboidrati: 9 g
  • fibra totale: 2,1 g

 

 

È importante sottolineare la presenza della fibra, soprattutto solubile, e di mucillagini, sostanze alleate dell’intestino in grado di trattenere l’acqua e quindi, ammorbidendo le feci, di facilitare la peristalsi intestinale.

 

Per quel che riguarda invece micronutrienti, sempre in una porzione di 100 g di lampascioni, si possono distinguere:

  • potassio
  • fosforo 
  • calcio 
  • ferro
  • manganese
  • magnesio

 

 

I lampascioni, inoltre, sono ricchi di flavonoidi, sostanze chimiche appartenenti alla famiglia dei polifenoli ed in grado di svolgere un’azione antitumorale, antinfiammatoria e antiossidante; contengono anche componenti ricchi di zolfo, saponine, pectine e quercetina che, insieme alla fibra, conferiscono a questi bulbi la capacità di tenere sotto controllo il carico glicemico di un pasto.

 

In generale, prima di cuocerli, i lampascioni vanno selezionati, puliti, privati delle radici e delle tuniche secche e deteriorate, poi lavati e sottoposti ad un profondo taglio a croce sul disco basale allo scopo di facilitarne la cottura. Si fanno bollire per 10-15 minuti e, dopo aver gettato l’acqua di cottura particolarmente amara, son pronti per essere preparati in svariati modi: al forno, in agrodolce, fritti, come ingrediente di gustose frittate, sott’aceto o in salamoia per servirli come antipasto o come contorno.

Impatto salutistico: indicazioni

Dal profilo nutrizionale del lampascione, bulbo commestibile ipocalorico, scaturisce un’altrettanta ricca serie di azioni benefiche e di conseguenti indicazioni utili sul versante salutistico:

  • Azione antitumorale, antiossidante e antinfiammatoria
    Principi attivi: flavonoidi, quercetina, zolfo
  • Azione regolatrice del colesterolo
    Principi attivi: fibra solubile, pectina
  • Azione equilibratrice del transito intestinale
    Principi attivi: fibre solubile, mucillagine
  • Azione lassativa
    Principi attivi: potassio, fibre solubili
  • Azione protettiva del sistema scheletrico, dei tessuti connettivi e delle cartilagini
    Principi attivi: calcio, fosforo, zinco
  • Azione protettiva del sistema cardio-circolatorio
    Principi attivi: potassio, magnesio, quercetina
  • Azione saziante, utile per chi pratica diete dimagranti
    Principi attivi: fibre
  • Azione modulante l’assorbimento degli zuccheri, utile per chi soffre di diabete o insulino-resistenza
    Principi attivi: fibre, saponine, pectine
  • Azione emolliente e rinfrescante
    Principi attivi: mucillagini

Impatto salutistico: controindicazioni

Chi ha un ecosistema batterico intestinale particolarmente ricco di ceppi che fermentano le fibre, dovrebbe prestare attenzione all’assunzione di lampascioni: il loro consumo eccessivo potrebbe, infatti, procurare un effetto lassativo e in ogni caso comportare la formazione di gas con insorgenza di marcato e fastidioso meteorismo associato a fragorosa flatulenza.

 

Chi soffre di malattie epatiche o renali deve prestare attenzione alle porzioni di lampascioni da assumere, mentre per chi è affetto da gastrite attiva e/o ulcera gastro-duodenale l’uso dei lampascioni è generalmente controindicato.

Allergie

Alle persone con allergia al nichel va ricordato che essendo bulbi che crescono sottoterra, i lampascioni possono contenere nichel in quantità anche molto elevata (fino a 1000 microgr./Kg di alimento).

Interferenze farmacologiche

Non risulta che l’assunzione di lampascioni possa interferire con l’azione farmacologica di medicamenti o altri xenobiotici.

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