21 Set Nuovo Quotidiano di Puglia: Tornare in forma dopo le vacanze
Pubblicato il: 19/09/2020
Sempre di più si consolida l’idea che è da un intestino sano che dipende non solo il nostro complessivo stato di salute, ma anche le modalità dell’invecchiamento e perfino la longevità. Ci spiega le dinamiche di queste nuove acquisizioni e come possiamo regolarle?
MINELLI – Partiamo dalla premessa che l’intestino contiene al suo interno una varietà incredibilmente grande ed eterogenea di ospiti vivaci ed attivi costituiti da virus, lieviti e funghi ma soprattutto da batteri che, da soli, rappresentano una popolazione di almeno centomila miliardi di microrganismi, con azioni che si sviluppano in ambiti molteplici e diversificati: equilibrio energetico, metabolismo di zuccheri e grassi, funzionalità intestinali, immunologiche e neurologiche con forti ricadute, tra l’altro, sulle performances cognitive.
Questo insieme di cellule viventi, formato da comunità microbiche assai complesse, costituisce a tutt’oggi l’ecosistema più concentrato che si conosca e può essere considerato una carta d’identità personale, poiché ogni persona ha il suo corredo di batteri. Individui diversi possono portare diverse specie microbiche, ma ogni individuo tende a portare lo stesso insieme di “specie chiave” per lunghi periodi. Tale stabilità è considerata importante e strategica per la salute e il benessere dell’ospite, perché garantisce che i batteri “amici” e le funzioni a loro associate siano mantenute nel tempo. D’altro canto, significativi cambiamenti nella composizione della cosiddetta “microflora”, classicamente definiti con il termine di disbiosi, sono spesso correlati a disfunzioni e patologie che includono certamente l’obesità, l’iperinsulinemia e il diabete, disordini cardiovascolari, asma, allergie, disturbi intestinali ed altre malattie infiammatorie immunomediate (IMID).
E cosa bisognerebbe fare per preservare quell’ambiente e mantenerlo in salute?
MINELLI – A fare la differenza interviene sicuramente uno stile di vita sano e la giusta dieta, auspicabilmente personalizzata perché adattata al microbiota del paziente, sempre diverso da quello di altri individui. Mangiare secondo i bisogni del nostro microbiota permette di nutrire le colonie di microrganismi che abitano l’intestino evitando pericolosi squilibri e infiammazioni.
D’altro canto, l’ecosistema intestinale non è colonizzato in maniera assoluta da batteri “buoni” e batteri “cattivi” per definizione, ma ciò che ogni individuo deve tutelare per mantenersi in salute è la diversità microbica, sia in termini di qualità che di quantità.
Seguire uno stile alimentare caratterizzato dal consumo di vari alimenti freschi, di stagione, quindi prevalentemente di origine vegetale, consente di assumere anche una molteplicità di nutrienti differenti, soprattutto in termini di fibre. Partendo dalla prima regola della buona digestione, occorre dedicare tempo ai nostri pasti, effettuare una masticazione lenta ed efficace per sminuzzare adeguatamente il cibo e favorire e calibrare la salivazione.
Quando il consumo di alimenti segue routine consuete e ripetitive o quando si intraprendono diete “fai da te” caratterizzate dall’eliminazione talvolta indiscriminata di determinati alimenti dai menù settimanali, la complessità e la biodiversità della composizione microbiotica ne risentono talvolta anche pesantemente con il conseguente instaurarsi di squilibri batterici e, dunque, di una disbiosi.
Altra condizione utile a favorire il corretto funzionamento di tutti gli organi, intestino incluso, è una corretta idratazione giornaliera finalizzata a garantire, a supporto di tutte le cellule dell’organismo, un’adeguata quantità di liquidi e sali minerali.
I fermenti lattici sono sempre la soluzione?
MINELLI – Secondo la definizione ufficiale dell’OMS, i probiotici, volgarmente chiamati anche “fermenti”, sono “micro-organismi vivi che, quando somministrati in quantità adeguata, apportano un beneficio alla salute dell’ospite”. Ciò premesso, se è vero che i probiotici possano essere d’aiuto, specialmente in determinati casi, è altrettanto sicuro che alcuni ceppi batterici non vanno bene per tutti potendo, in alcuni soggetti, ingenerare addirittura dei danni di non poco conto. Come dire che la classica dicitura “tanto è un fermento lattico che male vuoi che faccia”, dovrebbe essere rigorosamente abolita, tanto più nell’era della “Medicina di precisione e personalizzata”. Quindi è fondamentale considerare che, come è per gli antibiotici spesso selezionati sulla base di specifici antibiogrammi, non tutti i probiotici sono uguali: esistono tanti tipi di probiotici ed è importante assumere quelli giusti, alla dose giusta e per un periodo di tempo determinato, rigorosamente variabile da persona a persona.
Come possiamo improntare una nostra routine detox post-rientro vacanze?
La nostra routine post-rientro vacanze è da improntare su percorsi che definirei antinfiammatori più che detox. Si sa, in vacanza si ha molto più tempo libero, aumentano i momenti di svago ed è impossibile evitare le cene con gli amici, gelati, granite, un dolcetto dopo pranzo e qualche prelibatezza con un po’ più di condimento. In vacanza, l’eccesso di zuccheri e di grassi si può far “sentire” tramite sintomi come pancia gonfia, ritenzione idrica, ma anche “vedere” a causa di un possibile aumento di peso, soprattutto a livello addominale. Il primo dei consigli post-vacanze non può che essere quello di “rientrare a regime”, ossia ritrovare uno stile di vita sano, riprendendo le abitudini ordinarie e, perché no, anche aggiornarle e migliorarle per nutrire meglio noi, ma anche il nostro ecosistema intestinale che ci aiuta a digerire bene tutti gli alimenti della nostra dieta.
Quindi, ridurre certamente l’introduzione di cibi ricchi di grasso, come i salumi o le carni rosse, cibi troppo speziati e conditi. Inoltre, sospendere o limitare molto l’assunzione di ogni tipo di alcolico, insieme a quella di bevande zuccherine e troppo fredde. Bere almeno 1,5 litri di acqua al giorno e aumentare piuttosto il consumo di frutta e verdura, magari evitando quella con un potere altamente fermentativo e preferire i cereali ma con contenuto di glutine controllato (e magari senza mais) che sono più facilmente digeribili. Per accelerare la perdita di peso e anche per ritrovare il tono muscolare è, poi, importante riprendere un’adeguata attività fisica. Scegliere programmi di allenamento, anche a corpo libero, che permettano di “bruciare” il tessuto adiposo accumulato e accelerare il metabolismo e che siano naturalmente i più adatti al proprio tenore di vita.
E come possiamo avere, dopo le abbronzature e le massive esposizioni al sole, una pelle sana e radiosa?
MINELLI – Per una carnagione giovane, vitale, elastica è necessario mantenere uno stile di vita equilibrato che ci consenta di conservare inalterati e funzionali i complessi sistemi cellulari adibiti al metabolismo dei radicali liberi e delle tossine.
Se il nostro organismo è in uno stato costante d’infiammazione a causa dell’alimentazione, o di disfunzioni metaboliche, o di danni a carico della barriera intestinale, o di alterazioni quali-quantitative del microbiota non solo intestinale ma anche cutaneo, si assiste alla produzione massiccia di radicali liberi e questo può accelerare l’invecchiamento della pelle.
Con uno stile di vita attento, caratterizzato da alimentazione equilibrata, nel rispetto delle necessità nutrizionali di base, da moderata attività fisica, poco alcol, scarsa propensione al fumo, sonno a sufficienza, si può influire positivamente su tanti aspetti relativi anche (ma non solo) alla bellezza e alla luminosità della nostra pelle.