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Dieta Tamberi e salute: il pericolo oltre il limite

Dieta Tamberi e salute: il pericolo oltre il limite

Dieta Tamberi e salute: il pericolo oltre il limite

Non è mai buona norma eccedere oltre il consentito, soprattutto quando si è coscienti di superare il limite del fisiologico. Uno studio pubblicato sull’International Journal of Sports Physiological Performance ha dimostrato, sulla scorta di evidenze maturate sul campo, che una percentuale di grasso corporeo inferiore al 4,5% può influire negativamente sia sulle prestazioni fisiche che sulle perfomances funzionali del sistema immunitario.

A questo proposito, sarà sempre il caso di ricordare che, al di là della frazione “di deposito” che può servire come “massa di riserva”, esiste una categoria di grassi non a caso chiamati “essenziali” in grado di assicurare il corretto svolgimento di processi metabolici, immunitari e di termoregolazione. Nel nuovo approfondimento di AdnKronos, l’immunologo e allergologo Mauro Minelli approfondisce il caso di Gianmarco Tamberi, che in termini di comunicazione social non è stato davvero avaro di informazioni e di notizie di varia natura. L’atleta ha tenuto a farci sapere che la componente grassa nella sua massa corporeo complessiva era addirittura inferiore al 3,5%. Considerando che l’ACSM (American College of Sports Medicine) stabilisce in un intervallo tra il 10 e il 20% la percentuale di grassi ideali per l’uomo anche se molti atleti puntano al limite minimo di questo intervallo per migliorare le prestazioni, ridurre eccessivamente il grasso corporeo può avere controindicazioni, compromettendo le funzioni biologiche di base.

Il tutto ulteriormente complicato dalla ulteriore decisione, ancora una volta comunicata da Tamberi nei suoi interventi, del volersi alleggerire di oltre 5 Kg di peso corporeo da lui stesso definito “zavorra”, attraverso una dieta “tremenda e allucinante”. Pur non conoscendo nei dettagli il regime alimentare seguito dall’atleta, c’è da credere che il suo profilo dietetico sia stato pressoché esclusivamente impostato su matrice proteica, in totale assenza di grassi, con l’aggiunta di pratiche che possono aver favorito un progressivo processo di disidratazione. La concentrazione delle urine che a tutto questo è seguita con conseguente cristallizzazione dei soluti litogeni, tra i quali gli urati la cui presenza viene evidente condizionata da diete iperproteiche, ha fatto il resto pregiudicando gli esiti di una prova associata ad un percorso che, come lo stesso Tamberi ha detto enunciandolo, “in nessun modo va emulato” non solo nella sua esecuzione ma, probabilmente, nemmeno nella sua programmazione.

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