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La dieta di Jovanotti: moda o un rischio per la salute?

La dieta di Jovanotti: moda o un rischio per la salute?

La dieta di Jovanotti: moda o un rischio per la salute?

Un digiuno intermittente da rockstar. Jovanotti ha raccontato, durante una trasmissione da Fiorello, di mangiare una sola volta al giorno. Quello che nell’immaginario comune è diventato ormai un regime alimentare alternativo per cercare di perdere peso, migliorare la salute o semplificare la propria routine alimentare.

Tra questi approcci, uno dei più discussi è l’Omad, acronimo di One Meal A Day, ovvero “un solo pasto al giorno”. Si tratta di una forma estrema di digiuno intermittente, in cui tutto l’apporto calorico quotidiano viene concentrato in una sola finestra temporale – generalmente di circa un’ora – mentre nelle restanti 23 ore si digiuna, assumendo solo liquidi privi di calorie come acqua, tè o caffè. Ma quali sono gli effetti sul nostro organismo?

Anche se la letteratura scientifica inizia a raccogliere dati sull’efficacia dell’Omad, gli studi a lungo termine sono ancora pochi. Alcune ricerche mostrano sì una riduzione del peso corporeo, ma anche effetti negativi sulla pressione sanguigna e sui livelli di colesterolo LDL, rispetto a schemi alimentari distribuiti in più pasti. È questo il focus dell’approfondimento dell’immunologo Mauro Minelli, docente di Nutrizione Umana e Nutraceutica presso l’Università LUM, all’Adnkronos Salute.

Nonostante l’Omad possa essere utile in casi selezionati, è evidente che non sia una soluzione adatta alla maggior parte delle persone. È una pratica che deve essere valutata con attenzione, personalizzata e, soprattutto, seguita sotto controllo medico.

La popolarità dell’One Meal A Day deriva anche dalla sua apparente semplicità: un solo pasto da pianificare, meno tempo in cucina, meno occasioni per esagerare con cibi poco salutari. Alcune persone riferiscono di sentirsi mentalmente più lucide e concentrate, di perdere peso rapidamente e di provare una sensazione generale di leggerezza. In effetti, diversi studi suggeriscono che prolungare i periodi di digiuno possa migliorare la sensibilità all’insulina, ridurre l’infiammazione e attivare processi cellulari come l’autofagia, meccanismo che consente alle cellule di eliminare componenti danneggiati o inutili. Sul piano metabolico, il digiuno può favorire una maggiore mobilizzazione dei grassi, con potenziali benefici sulla composizione corporea.

Stanchezza, irritabilità, difficoltà di concentrazione e mal di testa: i possibili effetti collaterali dell’Omad

Non è tutto oro, però, quello che luccica. Concentrando l’intero fabbisogno nutrizionale in un unico pasto, diventa difficile garantire un apporto sufficiente di tutti i nutrienti essenziali. Rischiano di risultare insufficienti non solo le calorie, ma anche proteine, fibre, vitamine e minerali. Inoltre, molte persone sperimentano, soprattutto nelle prime fasi, effetti collaterali come stanchezza, irritabilità, difficoltà di concentrazione e mal di testa. Il digiuno prolungato può anche diventare una fonte di stress fisico e mentale, specialmente se non è sostenuto da un adeguato riposo o da una buona regolazione dello stile di vita.

Dal punto di vista psicologico e sociale, l’Omad può risultare difficile da sostenere, poiché isola dai momenti conviviali e può alterare il rapporto con il cibo. Inoltre, non è adatto a tutti ed è controindicato in diverse condizioni cliniche e fasi della vita, come gravidanza, età evolutiva, disturbi alimentari o elevati fabbisogni energetici.

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