
26 Mar Antibiotici e microbiota: perché è importante associare i probiotici giusti
Quando si assume un antibiotico, spesso si ricorre anche ai fermenti lattici, che comprendono probiotici e altri microrganismi vivi (batteri e lieviti) utili per mitigare gli effetti negativi di questi farmaci. Tuttavia, non tutti i probiotici sono uguali: è importante scegliere il prodotto giusto in base alle esigenze specifiche, poiché, come spiega l’immunologo Mauro Minelli, docente di Dietetica e Nutrizione Umana presso l’Università LUM, anche i probiotici possono influenzare l’efficacia della terapia.
Gli antibiotici, essedo antibatterici, non distinguono tra batteri dannosi e batteri benefici, ed agiscono su entrambi senza selettività. Questo può alterare profondamente la composizione del microbiota e compromettere il benessere intestinale: ecco perché sarebbe sempre il caso di associare una integrazione probiotica alla terapia antibiotica in grado di contrastare l’effetto devastante di quest’ultima. Nei pazienti sottoposti a cure antibiotiche prolungate, come quelli affetti per esempio da malattia diverticolari del colon, l’alterazione del microbiota potrebbe associarsi ad ulteriori complicazioni.
Un aspetto fondamentale da considerare è che il probiotico utilizzato non deve poter trasferire ai batteri patogeni potenzialità di “antibiotico-resistenza”. Tale eventualità, infatti, potrebbe compromettere l’efficacia delle terapie antibiotiche future e favorire lo sviluppo di batteri resistenti, rendendo le infezioni più difficili da trattare.
Inoltre, un microbiota alterato può influenzare l’efficacia delle terapie farmacologiche. Ad esempio, alcuni princìpi attivi, come la mesalazina, necessitano di un microbiota equilibrato per essere attivati correttamente. La stessa cosa vale per altri medicamenti come, ad esempio, la metformina, il methotrexate, alcuni cardiocinetici e perfino le immunochemioterapie.