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Allergia al nichel: cause, sintomi e diagnosi

allergia al nichel: sintomi, cause e diagnosi

Allergia al nichel: cause, sintomi e diagnosi

Il 32° numero di Risposta ImmunITALIA, la rubrica settimanale in cui il prof. Minelli risponde alle domande dei pazienti, è dedicato all’allergia al nichel: parliamo di SNAS (Sindrome da Allergia Sistemica al Nichel) e DAC (Dermatite Allergica da Contatto), mettendo in luce correlazioni e differenze tra i quadri sintomatologici, le cause e gli iter diagnostici corretti.

Leggi anche “Come si cura l’allergia al nichel?” per approfondimenti.

Leggiamo spesso sulle confezioni di prodotti dermatologici o cosmetici “nickel free” privi di nichel. Perché?
Dottore, cosa può provocare il contatto cutaneo con il nichel?

L’allergia al nichel si manifesta inizialmente sotto forma di dermatite da contatto, caratterizzata da lesioni eritematose, vescicolari, intensamente pruriginose e ad evoluzione cronica (eczematosa), circoscritte alle sedi cutanee interessate dal contatto diretto con oggetti metallici nichelati.

L’ingestione di nichel, invece, può scatenare una risposta immunitaria? Se sì parliamo di intolleranza o allergia al nichel?

Ma – se vogliamo essere precisi – anche il contatto cutaneo con il nichel in soggetti sensibili scatena una risposta immunitaria. Nel senso che la dermatite allergica da contatto è pure essa una risposta anomala del sistema immunitario inquadrabile come reazione immunitaria di IV tipo (ritardata o cellulo-mediata) secondo la gloriosa classificazione di C. e G.

In aggiunta a questo possiamo dire che almeno il 20% dei pazienti con allergia ritardata al nichel sviluppa anche una sindrome sistemica (SNAS: Systemic Nickel Allergy Syndrome). Quindi sindrome ALLERGICA – e non intolleranza – caratterizzata da sintomi generalizzati a carico di organi e apparati differenti tra i quali soprattutto l’apparato gastrointestinale, la cute e le mucose.

C’è correlazione tra allergia da contatto ed allergia da ingestione di nichel? L’una comporta l’altra necessariamente?

No! Non c’è questa interdipendenza obbligatoria!

Esiste indubbiamente una correlazione possibile nel senso che – come dicevo – il 20% almeno dei pazienti con DAC sviluppa una sensibilizzazione allergica al nichel a valenza sistemica, ma la necessaria coesistenza delle manifestazioni cutanee e di quelle generalizzate (sistemiche) non può considerarsi scontata, anche perché non sovrapponibili risultano essere i meccanismi generatori delle due forme patologiche riconducibili al nichel. Nel senso che mentre alla genesi dell’allergia da contatto al nichel (DAC) contribuisce classicamente un meccanismo immunologico di IV tipo, cellulo-mediato, nelle forme sistemiche studi recenti individuano l’intervento di cellule e citochine tipiche delle reazioni allergiche di I tipo, quali eosinofili, IL4, IL5, IL13.

Quante sono attualmente in Italia le persone che hanno una allergia sistemica al nichel?

Per la SNAS, in quanto patologia piuttosto “giovane” e, sotto certi aspetti, ancora controversa perché non da tutti riconosciuta, non mi pare ci siano stime ufficiali e definite, tali da rendere con chiarezza l’entità (secondo me considerevole) della sua diffusione.

Quello che con certezza si può dire è che, nella popolazione generale, la prevalenza dell’allergia ritardata al nichel (in termini di DAC) si aggira intorno al 10-15%, con punte fino al 28% nella popolazione femminile (contro l’1-5% rilevabile nella popolazione maschile), mentre è sensibilmente più elevata (fino al 38%) nei soggetti esposti professionalmente al contatto col metallo (lavoratori delle industrie metallurgiche, estetisti, parrucchieri, etc.).

Il fenomeno è diffuso anche tra i bambini e gli adolescenti, soprattutto nel genere femminile dove raggiunge il 12,6% nella fascia compresa tra 1 e 17 anni, e il 21,36% tra i 18 ed i 33 anni. I piercing cutanei, soprattutto quando multipli, costituiscono un fattore di rischio per la sensibilizzazione al nichel, mentre l’utilizzo di apparecchi ortodontici (con conseguente contatto mucosale prolungato del metallo) sembra paradossalmente rappresentare una sorta fattore protettivo nella popolazione giovanile (quasi come una specie di vaccinazione…).

Quale sintomatologia è associata a questa condizione?

La SNAS, come già accennavo in apertura, è caratterizzata da sintomi generalizzati a carico di organi e apparati differenti:

  • Apparato gastrointestinale (meteorismo, addominalgie, turbe dell’alvo)
  • Cute (orticaria, prurito, dermatiti diffuse)
  • Mucose (afte orali), ma anche vasculiti
  • Sono pure segnalati disturbi dell’ambito neurologico (tra i quali soprattutto la cefalea), o disturbi respiratori (rinite, asma).

Questi disturbi possono presentarsi isolatamente o in associazione variabile tra loro e sono imputabili ad un processo infiammatorio progressivo evocato dal nichel assunto tramite gli alimenti o, più raramente, ad una reazione immunomediata diffusa prodotta dal nichel presente in elementi protesici (ortopedici, odontoiatrici) o presidi cardiochirurgici (stent) stabilmente impiantati.

Inoltre, nei pazienti con prevalente estrinsecazione gastroenterologica della SNAS è frequente il concomitante riscontro di intolleranza al lattosio come da secondario deficit di lattasi, per molti versi sovrapponibile a quello che si può evidenziare in talune malattie infiammatorie croniche dell’intestino.

Quali sono i meccanismi biologici coinvolti nell’allergia sistemica al nichel?

Cominciamo col dire che il nichel è un metallo ubiquitario, duttile e molto resistente all’ossidazione.

Le sue particolari caratteristiche chimiche, le sue proprietà fanno sì che venga ampiamente utilizzato, allo stato puro o sotto forma di leghe con altri metalli, nella realizzazione di svariati oggetti e utensili di impiego quotidiano (monili, occhiali, monete, bottoni, pentole, stoviglie, etc.) nonché nella produzione di articoli per l’igiene e la cura del corpo (saponi, creme, cosmetici).

In natura il nichel è, inoltre, presente nel suolo, nelle acque e nella biosfera in concentrazioni variabili (tra 5 e 500 mg/gr nel terreno e tra 5 e 100 mg/L nelle acque) influenzate dalla tipologia del terreno, dalle tecniche agronomiche usate, dalla vicinanza ad eventuali fonderie e dal complessivo livello di inquinamento ambientale.
Lo si ritrova, infine, in numerosi alimenti soprattutto di origine vegetale.

La persistente esposizione al nichel, causata dalla sua ampia diffusione, rende ragione dell’elevato tasso di sensibilizzazione allergica al metallo riconducibile – come ho già accennato – ad un’ipersensibilità di IV tipo che procura un danno ad estrinsecazione clinica localizzata (dermatite) o sistemica… danno riconducibile ad una risposta incontrollata, eccessiva del S.I., mediata in questo caso da linfociti e con conseguente attivazione di macrofagi e citochine infiammatorie. Da qui le manifestazioni cliniche…

Qual è l’iter diagnostico corretto dell’allergia sistemica al nichel?

Intanto va detto subito che la diagnosi di allergia sistemica al nichel non può prescindere da una anamnesi più che dettagliata in cui si vada a verificare l’esistenza di una sensibilizzazione al metallo, oltre che in forma di dermatite localizzata, anche di infiammazione sistemica multi-organo. Nel corso dell’anamnesi occorre, inoltre, andare a ricercare patologie poste in diagnosi differenziale con la SNAS (Malattia Celiaca, IBD, patologie neurologiche, patologie dermatologiche).

Il PATCH TEST costituisce il secondo step diagnostico e si effettua tramite l’applicazione sulla cute del dorso, per 48-72 ore, di una celletta in cellulosa contenete nichel solfato; il riscontro, alla rimozione dell’apparato testante, di una lesione caratterizzata da infiltrato, eritema ed eventuale vescicolazione è indicativo dell’esistenza di un’allergia cellulo-mediata al nichel.

In caso di sospetta SNAS il percorso diagnostico prevede la successiva prescrizione di un REGIME DIETETICO A BASSO CONTENUTO DI NICHEL da attuare in modo rigoroso per almeno 4-6 settimane, al termine delle quali il paziente viene rivalutato al fine di verificare l’eventuale beneficio ottenuto.

Nel caso in cui la dieta a basso contenuto di nichel sia risultata efficace e dunque in grado di contenere la sintomatologia riferita, a riprova dell’effettivo ruolo del nichel nella genesi dei disturbi, viene eseguito il TEST DI PROVOCAZIONE ORALE che consiste nella somministrazione di dosi definite e crescenti di nichel (partendo dalla posologia di 1,25 mg fino ad una dose massima di 5 mg) al fine di riprodurre la sintomatologia descritta dal paziente in condizioni di dieta libera; in ragione della possibile insorgenza di effetti indesiderati, generalmente non gravi, è opportuno che tale test venga effettuato sotto controllo medico in ambiente protetto.

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