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Le domande della Domenica

Le domande della Domenica - Scopri tutte le puntate

Le domande della Domenica

Benvenuto nella rubrica “Le domande della domenica“, pensata per il giorno di festa con l’obiettivo di offrire un contenuto leggero, agile e di rapida lettura a chiunque sia interessato ai temi trattati. Ogni domenica esploreremo argomenti scientifici diversi, dando spazio alle tue curiosità. Ti invitiamo a suggerirci i temi che desideri approfondire e, se rientrano nell’ambito dell’immunologia clinica, dell’allergologia, della nutrizione clinica o della scienza del microbiota, li esamineremo nelle prossime puntate. Partecipa a questa nuova iniziativa editoriale e passa parola a chi potrebbe trarne giovamento!

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Copertina per Mauro Minelli
48
Mauro Minelli

Mauro Minelli

Medico specialista in Allergologia e Immunologia. Resp. sanitario Clinical Network “Polismail"

𝗟𝘂𝗻𝗲𝗱𝗶̀ 𝟭𝟰 𝗮𝗽𝗿𝗶𝗹𝗲 📅
𝗚𝗶𝗼𝗿𝗻𝗮𝘁𝗮 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗻𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹'𝗜𝗡𝗧𝗢𝗟𝗟𝗘𝗥𝗔𝗡𝗭𝗔 𝗔𝗟 𝗟𝗔𝗧𝗧𝗢𝗦𝗜𝗢 🥛

❓ 𝑃𝑒𝑛𝑠𝑜 𝑑𝑖 𝑎𝑣𝑒𝑟𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑏𝑙𝑒𝑚𝑖 𝑐𝑜𝑛 𝑖𝑙 𝑙𝑎𝑡𝑡𝑒 𝑒 𝑚𝑖 𝑒̀ 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑝𝑜𝑡𝑟𝑒𝑖 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝗶𝗻𝘁𝗼𝗹𝗹𝗲𝗿𝗮𝗻𝘁𝗲 𝗮𝗹 𝗹𝗮𝘁𝘁𝗼𝘀𝗶𝗼. 𝑄𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑣𝑢𝑜𝑙 𝑑𝑖𝑟𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑎𝑙𝑙𝑒𝑟𝑔𝑖𝑐𝑎 𝑎 𝑙𝑎𝑡𝑡𝑒 𝑒 𝑙𝑎𝑡𝑡𝑖𝑐𝑖𝑛𝑖? 𝑂𝑝𝑝𝑢𝑟𝑒 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑜 𝑎𝑣𝑒𝑟𝑒 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑝𝑒𝑟𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑖 𝑝𝑜𝑡𝑒𝑟𝑙𝑖 𝑎𝑠𝑠𝑢𝑚𝑒𝑟𝑒 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎 𝑜 𝑝𝑜𝑖?

👨‍⚕️Per affrontare correttamente questo tema, credo che vada ben chiarito l’oggetto di cui si parla.
Il lattosio è uno 𝘇𝘂𝗰𝗰𝗵𝗲𝗿𝗼 predominante nel latte dei mammiferi (di mucca, di capra, di asina oltre che di donna) ed è uno zucchero definito ‘𝗰𝗼𝗺𝗽𝗹𝗲𝘀𝘀𝗼’ in quanto composto da due zuccheri “𝘀𝗲𝗺𝗽𝗹𝗶𝗰𝗶” che sono il 𝗴𝗮𝗹𝗮𝘁𝘁𝗼𝘀𝗶𝗼 e il 𝗴𝗹𝘂𝗰𝗼𝘀𝗶𝗼. Relativamente agli alimenti lattosati, si può affermare che la 𝗾𝘂𝗮𝗻𝘁𝗶𝘁𝗮̀ 𝗱𝗶 𝗹𝗮𝘁𝘁𝗼𝘀𝗶𝗼 𝗻𝗲𝗹 𝗰𝗶𝗯𝗼 𝗲̀ 𝗶𝗻𝘃𝗲𝗿𝘀𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗼𝗿𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗮𝗹 𝗴𝗿𝗮𝗱𝗼 𝗱𝗶 𝘀𝘁𝗮𝗴𝗶𝗼𝗻𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗽𝗿𝗼𝗱𝗼𝘁𝘁𝗼.
Dal nostro organismo il lattosio viene assorbito dopo essere stato scomposto nei due zuccheri che lo compongono da parte dell’enzima 𝗹𝗮𝘁𝘁𝗮𝘀𝗶, prodotto dalle cellule intestinali.
𝗡𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗲 𝗶𝗻𝘁𝗼𝗹𝗹𝗲𝗿𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗮𝗹 𝗹𝗮𝘁𝘁𝗼𝘀𝗶𝗼 𝘀𝗶 𝘃𝗲𝗿𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮 𝘂𝗻𝗮 𝗽𝗲𝗿𝗱𝗶𝘁𝗮 𝘁𝗼𝘁𝗮𝗹𝗲 𝗼 𝗽𝗮𝗿𝘇𝗶𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗲𝗻𝘇𝗶𝗺𝗮 𝗹𝗮𝘁𝘁𝗮𝘀𝗶 che, agendo come una ‘forbice’, taglia in due il disaccaride. In assenza di questo “enzima-forbice”, la molecola di lattosio non riesce ad attraversare la parete intestinale e dunque non può essere correttamente assimilata.

Cosa completamente diversa è 𝗹’𝗮𝗹𝗹𝗲𝗿𝗴𝗶𝗮 𝗮𝗹 𝗹𝗮𝘁𝘁𝗲, determinata non dallo zucchero lattosio, ma dalle 𝗽𝗿𝗼𝘁𝗲𝗶𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗹𝗮𝘁𝘁𝗲: 𝗮𝗹𝗳𝗮-𝗹𝗮𝘁𝘁𝗼𝗮𝗹𝗯𝘂𝗺𝗶𝗻𝗮, 𝗯𝗲𝘁𝗮-𝗹𝗮𝘁𝘁𝗼𝗴𝗹𝗼𝗯𝘂𝗹𝗶𝗻𝗮, 𝗰𝗮𝘀𝗲𝗶𝗻𝗮. In questi casi la reazione non è determinata da un difetto enzimatico e non si presenta con 𝗴𝗼𝗻𝗳𝗶𝗼𝗿𝗲 𝗲 𝗱𝗼𝗹𝗼𝗿𝗲 𝗮𝗱𝗱𝗼𝗺𝗶𝗻𝗮𝗹𝗲, 𝗱𝗶𝗮𝗿𝗿𝗲𝗮, 𝗻𝗮𝘂𝘀𝗲𝗮 𝗲 𝗳𝗹𝗮𝘁𝘂𝗹𝗲𝗻𝘇𝗮, ma è l’effetto di una reazione immunitaria mediata da anticorpi specifici appartenenti alla classe delle IgE e può manifestarsi con reazioni molto severe che vanno dall’orticaria, all’asma e fino allo shock anafilattico.

🔍C’è un’ulteriore differenza di non poco conto: l’enzima lattasi, eventualmente perduto, si può rigenerare; dunque 𝗹’𝗶𝗻𝘁𝗼𝗹𝗹𝗲𝗿𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗮𝗹 𝗹𝗮𝘁𝘁𝗼𝘀𝗶𝗼 𝗽𝘂𝗼̀ 𝗿𝗲𝗴𝗿𝗲𝗱𝗶𝗿𝗲. 𝗟’𝗮𝗹𝗹𝗲𝗿𝗴𝗶𝗮 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗽𝗿𝗼𝘁𝗲𝗶𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗹𝗮𝘁𝘁𝗲 𝗲̀, 𝗶𝗻𝘃𝗲𝗰𝗲, 𝗱𝗲𝘀𝘁𝗶𝗻𝗮𝘁𝗮 𝗮 𝗿𝗲𝘀𝘁𝗮𝗿𝗲, obbligando il paziente a tenersi sempre ben distante non solo dal latte e dai suoi prodotti, ma anche dagli ambienti nei quali il latte viene prodotto e lavorato.

❓𝑀𝑎 ℎ𝑜 𝑙𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑑𝑎 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑐ℎ𝑒 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑝𝑢𝑟𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑙’𝑖𝑛𝑡𝑜𝑙𝑙𝑒𝑟𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑎𝑙 𝑙𝑎𝑡𝑡𝑜𝑠𝑖𝑜 𝑒𝑠𝑖𝑠𝑡𝑜𝑛𝑜 𝑓𝑜𝑟𝑚𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑔𝑒𝑛𝑖𝑡𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑎 𝑙𝑎 𝑣𝑖𝑡𝑎 𝑒𝑠𝑐𝑙𝑢𝑑𝑒𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒𝑟𝑜 𝑙’𝑖𝑛𝑔𝑒𝑠𝑡𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑙𝑎𝑡𝑡𝑒 𝑒 𝑑𝑒𝑖 𝑠𝑢𝑜𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑑𝑜𝑡𝑡𝑖. 𝐶𝑜𝑚𝑒 𝑟𝑒𝑔𝑜𝑙𝑎𝑟𝑠𝑖 𝑖𝑛 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑖 𝑐𝑎𝑠𝑖?

👨🏻‍⚕️Vero… ci sono forme di intolleranza al lattosio 𝗰𝗼𝗻𝗴𝗲𝗻𝗶𝘁𝗲 e forme 𝗮𝗰𝗾𝘂𝗶𝘀𝗶𝘁𝗲. Queste ultime, il più delle volte, sono secondarie ad un danno che l’intestino può aver subito per altre cause, del tutto indipendenti dall’assunzione di latte e latticini. Tale danno, che può conseguire a problematiche allergiche (es: 𝗮𝗹𝗹𝗲𝗿𝗴𝗶𝗮 𝗮𝗹 𝗻𝗶𝗰𝗵𝗲𝗹) o a lesioni della barriera intestinale (𝗶𝗻𝘁𝗲𝘀𝘁𝗶𝗻𝗼 ‘𝗽𝗲𝗿𝗺𝗲𝗮𝗯𝗶𝗹𝗲’) o a 𝗱𝗶𝘀𝗯𝗶𝗼𝘀𝗶, cioè a turbe quantitative e/o qualitative delle famiglie batteriche che abitano nell’intestino, porta ad un progressivo impoverimento, nel tratto di intestino interessato, delle scorte di lattasi. Ed è in questi casi che la riparazione dei danni venutisi a creare a carico della barriera intestinale, potrà portare ad una piena reintegrazione dei prodotti lattosati nella dieta ordinaria.

❓𝐶𝑜𝑚𝑒 𝑠𝑖 𝑓𝑎 𝑎𝑑 𝑎𝑐𝑐𝑒𝑟𝑡𝑎𝑟𝑒 𝑢𝑛’𝑒𝑣𝑒𝑛𝑡𝑢𝑎𝑙𝑒 𝑖𝑛𝑡𝑜𝑙𝑙𝑒𝑟𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑎𝑙 𝑙𝑎𝑡𝑡𝑜𝑠𝑖𝑜?

👨🏻‍⚕️Esiste un apposito test, non invasivo e per nulla pericoloso tanto da poter essere effettuato anche da bambini e donne in gravidanza. Si chiama “𝗯𝗿𝗲𝗮𝘁𝗵 𝘁𝗲𝘀𝘁” ed è un esame che dura circa 4 ore: consiste nel fare espirare i pazienti in un sacchetto, una prima volta a digiuno e poi, dopo l’assunzione di latte, ogni 30 minuti nelle tre ore successive. Grazie ad una specifica apparecchiatura sarà possibile misurare il picco di gas idrogeno nell’aria espirata prima e dopo l’assunzione di lattosio. In caso di deficit di lattasi il lattosio non potrà essere digerito e quindi verrà fermentato dai batteri intestinali, generando gas.

❓ 𝑀𝑎 𝑖𝑜 ℎ𝑜 𝑓𝑎𝑡𝑡𝑜 𝑖𝑙 𝑡𝑒𝑠𝑡 𝑔𝑒𝑛𝑒𝑡𝑖𝑐𝑜. 𝐸 𝑑𝑎 𝑙𝑖̀ 𝑟𝑖𝑠𝑢𝑙𝑡𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑖𝑛𝑡𝑜𝑙𝑙𝑒𝑟𝑎𝑛𝑡𝑒…

👨🏻‍⚕️No. Da quel test semmai può risultare una sua predisposizione a perdere, nel tempo, le scorte di lattasi. Il test genetico non fornisce certezze circa una sua attuale carenza di lattasi. L'unico esame valido per diagnosticare un'intolleranza al lattosio 𝗲̀ 𝗶𝗹 𝗯𝗿𝗲𝗮𝘁𝗵-𝘁𝗲𝘀𝘁. Accade, però, che tante persone decidano di escludere il lattosio dai loro schemi alimentari, comportandosi da intolleranti pur senza esserlo o, magari, senza averlo opportunamente documentato. Tale scelta, che talvolta discende proprio da una valutazione genetica del tutto impropria per il lattosio, 𝗽𝗼𝘁𝗿𝗲𝗯𝗯𝗲 𝗶𝗻𝗱𝘂𝗿𝗿𝗲 𝗽𝗮𝗿𝗮𝗱𝗼𝘀𝘀𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗹𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗮𝗿𝘀𝗮 𝗱𝗶 𝘂𝗻’𝗶𝗻𝘁𝗼𝗹𝗹𝗲𝗿𝗮𝗻𝘇𝗮 𝘀𝗲𝗰𝗼𝗻𝗱𝗮𝗿𝗶𝗮, conseguente proprio ad un’astinenza inutilmente prolungata dal latte e dai suoi derivati. E questo perché l’enzima lattasi, fisiologicamente presente nella mucosa intestinale e deputato alla digestione del lattosio, se non utilizzato per molto tempo potrebbe inattivarsi. A questo si aggiunga che, nel caso in cui fosse presente una condizione di 𝗱𝗶𝘀𝗯𝗶𝗼𝘀𝗶 𝗳𝗲𝗿𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝘁𝗶𝘃𝗮, non basterà eliminare il lattosio dalla dieta per risolvere i problemi intestinali, ma saranno molti altri gli zuccheri da limitare o da escludere almeno fino a quando non verrà, coerentemente con il quadro clinico del paziente, ripristinata una fisiologica condizione di eubiosi .

❓𝑄𝑢𝑖𝑛𝑑𝑖 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑖 𝑓𝑎? 𝑆𝑒 𝑎𝑠𝑠𝑢𝑚𝑜 𝑙𝑎𝑡𝑡𝑜𝑠𝑖𝑜 𝑝𝑜𝑡𝑟𝑒𝑖 𝑎𝑣𝑒𝑟𝑒 𝑔𝑜𝑛𝑓𝑖𝑜𝑟𝑒 𝑎𝑑𝑑𝑜𝑚𝑖𝑛𝑎𝑙𝑒, 𝑠𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑙𝑜 𝑎𝑠𝑠𝑢𝑚𝑜 𝑟𝑖𝑠𝑐ℎ𝑖𝑜 𝑑𝑖 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑛𝑡𝑎𝑟𝑒 𝑖𝑛𝑡𝑜𝑙𝑙𝑒𝑟𝑎𝑛𝑡𝑒… 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑚𝑖 𝑟𝑒𝑔𝑜𝑙𝑜? 𝐸 𝑠𝑒 𝑝𝑟𝑒𝑛𝑑𝑒𝑠𝑠𝑖 𝑝𝑟𝑒𝑐𝑎𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑙𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑟𝑒𝑠𝑠𝑒 𝑑𝑖 𝑙𝑎𝑡𝑡𝑎𝑠𝑖 𝑎𝑟𝑡𝑖𝑓𝑖𝑐𝑖𝑎𝑙𝑒…?

👨🏻‍⚕️La gestione corretta di fenomeni complessi richiede esperienza ed è consigliabile non affidarsi all'autodiagnosi o a diagnosi farlocche, ma affidare la gestione della propria storia clinica a competenze che siano in grado di fornire indicazioni precise sulle scelte più adeguate, comprese quelle relative all’eventuale assunzione compensatoria della 𝗹𝗮𝘁𝘁𝗮𝘀𝗶 𝗮𝗿𝘁𝗶𝗳𝗶𝗰𝗶𝗮𝗹𝗲. Quest’ultima, infatti, potrebbe consentire l’assunzione di latte e derivati, sopperendo alla carenza dell’enzima deficitario. Ma, anche in questo caso, le precauzioni sono necessarie, perché occorre comunque assumere, pur a fronte della preliminare assunzione di lattasi artificiale, quantitativi controllati di lattosio 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝘂𝗽𝗲𝗿𝗶𝗼𝗿𝗶 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝟰𝟱𝟬𝟬 𝗨𝗻𝗶𝘁𝗮̀ 𝗙𝗖𝗖 (𝘍𝘰𝘰𝘥 𝘊𝘩𝘦𝘮𝘪𝘤𝘢𝘭 𝘊𝘰𝘥𝘦𝘹), e poi perché 𝗹𝗲 𝗳𝗼𝗿𝗺𝗲 𝗱𝗶 𝗶𝗻𝘁𝗼𝗹𝗹𝗲𝗿𝗮𝗻𝘇𝗲 𝗮𝗹 𝗹𝗮𝘁𝘁𝗼𝘀𝗶𝗼 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗲 𝘂𝗴𝘂𝗮𝗹𝗶 potendo presentarsi, nei diversi individui, con gravità variabili.

#ledomandedelladomenica
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𝗟𝘂𝗻𝗲𝗱𝗶̀ 𝟭𝟰 𝗮𝗽𝗿𝗶𝗹𝗲 📅
𝗚𝗶𝗼𝗿𝗻𝗮𝘁𝗮 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗻𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗜𝗡𝗧𝗢𝗟𝗟𝗘𝗥𝗔𝗡𝗭𝗔 𝗔𝗟 𝗟𝗔𝗧𝗧𝗢𝗦𝗜𝗢 🥛

❓ 𝑃𝑒𝑛𝑠𝑜 𝑑𝑖 𝑎𝑣𝑒𝑟𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑏𝑙𝑒𝑚𝑖 𝑐𝑜𝑛 𝑖𝑙 𝑙𝑎𝑡𝑡𝑒 𝑒 𝑚𝑖 𝑒̀ 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑝𝑜𝑡𝑟𝑒𝑖 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝗶𝗻𝘁𝗼𝗹𝗹𝗲𝗿𝗮𝗻𝘁𝗲 𝗮𝗹 𝗹𝗮𝘁𝘁𝗼𝘀𝗶𝗼. 𝑄𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑣𝑢𝑜𝑙 𝑑𝑖𝑟𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑎𝑙𝑙𝑒𝑟𝑔𝑖𝑐𝑎 𝑎 𝑙𝑎𝑡𝑡𝑒 𝑒 𝑙𝑎𝑡𝑡𝑖𝑐𝑖𝑛𝑖? 𝑂𝑝𝑝𝑢𝑟𝑒 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑜 𝑎𝑣𝑒𝑟𝑒 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑝𝑒𝑟𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑖 𝑝𝑜𝑡𝑒𝑟𝑙𝑖 𝑎𝑠𝑠𝑢𝑚𝑒𝑟𝑒 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎 𝑜 𝑝𝑜𝑖?

👨‍⚕️Per affrontare correttamente questo tema, credo che vada ben chiarito l’oggetto di cui si parla. 
Il lattosio è uno 𝘇𝘂𝗰𝗰𝗵𝗲𝗿𝗼 predominante nel latte dei mammiferi (di mucca, di capra, di asina oltre che di donna) ed è uno zucchero definito ‘𝗰𝗼𝗺𝗽𝗹𝗲𝘀𝘀𝗼’ in quanto composto da due zuccheri “𝘀𝗲𝗺𝗽𝗹𝗶𝗰𝗶” che sono il 𝗴𝗮𝗹𝗮𝘁𝘁𝗼𝘀𝗶𝗼 e il 𝗴𝗹𝘂𝗰𝗼𝘀𝗶𝗼. Relativamente agli alimenti lattosati, si può affermare che la 𝗾𝘂𝗮𝗻𝘁𝗶𝘁𝗮̀ 𝗱𝗶 𝗹𝗮𝘁𝘁𝗼𝘀𝗶𝗼 𝗻𝗲𝗹 𝗰𝗶𝗯𝗼 𝗲̀ 𝗶𝗻𝘃𝗲𝗿𝘀𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗼𝗿𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗮𝗹 𝗴𝗿𝗮𝗱𝗼 𝗱𝗶 𝘀𝘁𝗮𝗴𝗶𝗼𝗻𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗽𝗿𝗼𝗱𝗼𝘁𝘁𝗼.
Dal nostro organismo il lattosio viene assorbito dopo essere stato scomposto nei due zuccheri che lo compongono da parte dell’enzima 𝗹𝗮𝘁𝘁𝗮𝘀𝗶, prodotto dalle cellule intestinali.
𝗡𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗲 𝗶𝗻𝘁𝗼𝗹𝗹𝗲𝗿𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗮𝗹 𝗹𝗮𝘁𝘁𝗼𝘀𝗶𝗼 𝘀𝗶 𝘃𝗲𝗿𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮 𝘂𝗻𝗮 𝗽𝗲𝗿𝗱𝗶𝘁𝗮 𝘁𝗼𝘁𝗮𝗹𝗲 𝗼 𝗽𝗮𝗿𝘇𝗶𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗲𝗻𝘇𝗶𝗺𝗮 𝗹𝗮𝘁𝘁𝗮𝘀𝗶 che, agendo come una ‘forbice’, taglia in due il disaccaride. In assenza di questo “enzima-forbice”, la molecola di lattosio non riesce ad attraversare la parete intestinale e dunque non può essere correttamente assimilata.
 
Cosa completamente diversa è 𝗹’𝗮𝗹𝗹𝗲𝗿𝗴𝗶𝗮 𝗮𝗹 𝗹𝗮𝘁𝘁𝗲, determinata non dallo zucchero lattosio, ma dalle 𝗽𝗿𝗼𝘁𝗲𝗶𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗹𝗮𝘁𝘁𝗲: 𝗮𝗹𝗳𝗮-𝗹𝗮𝘁𝘁𝗼𝗮𝗹𝗯𝘂𝗺𝗶𝗻𝗮, 𝗯𝗲𝘁𝗮-𝗹𝗮𝘁𝘁𝗼𝗴𝗹𝗼𝗯𝘂𝗹𝗶𝗻𝗮, 𝗰𝗮𝘀𝗲𝗶𝗻𝗮. In questi casi la reazione non è determinata da un difetto enzimatico e non si presenta con 𝗴𝗼𝗻𝗳𝗶𝗼𝗿𝗲 𝗲 𝗱𝗼𝗹𝗼𝗿𝗲 𝗮𝗱𝗱𝗼𝗺𝗶𝗻𝗮𝗹𝗲, 𝗱𝗶𝗮𝗿𝗿𝗲𝗮, 𝗻𝗮𝘂𝘀𝗲𝗮 𝗲 𝗳𝗹𝗮𝘁𝘂𝗹𝗲𝗻𝘇𝗮, ma è l’effetto di una reazione immunitaria mediata da anticorpi specifici appartenenti alla classe delle IgE e può manifestarsi con reazioni molto severe che vanno dall’orticaria, all’asma e fino allo shock anafilattico.
 
🔍C’è un’ulteriore differenza di non poco conto: l’enzima lattasi, eventualmente perduto, si può rigenerare; dunque  𝗹’𝗶𝗻𝘁𝗼𝗹𝗹𝗲𝗿𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗮𝗹 𝗹𝗮𝘁𝘁𝗼𝘀𝗶𝗼 𝗽𝘂𝗼̀ 𝗿𝗲𝗴𝗿𝗲𝗱𝗶𝗿𝗲. 𝗟’𝗮𝗹𝗹𝗲𝗿𝗴𝗶𝗮 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗽𝗿𝗼𝘁𝗲𝗶𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗹𝗮𝘁𝘁𝗲 𝗲̀, 𝗶𝗻𝘃𝗲𝗰𝗲, 𝗱𝗲𝘀𝘁𝗶𝗻𝗮𝘁𝗮 𝗮 𝗿𝗲𝘀𝘁𝗮𝗿𝗲, obbligando il paziente a tenersi sempre ben distante non solo dal latte e dai suoi prodotti, ma anche dagli ambienti nei quali il latte viene prodotto e lavorato.  
 
 ❓𝑀𝑎 ℎ𝑜 𝑙𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑑𝑎 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑐ℎ𝑒 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑝𝑢𝑟𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑙’𝑖𝑛𝑡𝑜𝑙𝑙𝑒𝑟𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑎𝑙 𝑙𝑎𝑡𝑡𝑜𝑠𝑖𝑜 𝑒𝑠𝑖𝑠𝑡𝑜𝑛𝑜 𝑓𝑜𝑟𝑚𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑔𝑒𝑛𝑖𝑡𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑎 𝑙𝑎 𝑣𝑖𝑡𝑎 𝑒𝑠𝑐𝑙𝑢𝑑𝑒𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒𝑟𝑜 𝑙’𝑖𝑛𝑔𝑒𝑠𝑡𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑙𝑎𝑡𝑡𝑒 𝑒 𝑑𝑒𝑖 𝑠𝑢𝑜𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑑𝑜𝑡𝑡𝑖. 𝐶𝑜𝑚𝑒 𝑟𝑒𝑔𝑜𝑙𝑎𝑟𝑠𝑖 𝑖𝑛 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑖 𝑐𝑎𝑠𝑖?

👨🏻‍⚕️Vero… ci sono forme di intolleranza al lattosio 𝗰𝗼𝗻𝗴𝗲𝗻𝗶𝘁𝗲 e forme 𝗮𝗰𝗾𝘂𝗶𝘀𝗶𝘁𝗲. Queste ultime, il più delle volte, sono secondarie ad un danno che l’intestino può aver subito per altre cause, del tutto indipendenti dall’assunzione di latte e latticini. Tale danno, che può conseguire a problematiche allergiche (es: 𝗮𝗹𝗹𝗲𝗿𝗴𝗶𝗮 𝗮𝗹 𝗻𝗶𝗰𝗵𝗲𝗹) o a lesioni della barriera intestinale (𝗶𝗻𝘁𝗲𝘀𝘁𝗶𝗻𝗼 ‘𝗽𝗲𝗿𝗺𝗲𝗮𝗯𝗶𝗹𝗲’) o a 𝗱𝗶𝘀𝗯𝗶𝗼𝘀𝗶, cioè a turbe quantitative e/o qualitative delle famiglie batteriche che abitano nell’intestino, porta ad un progressivo impoverimento, nel tratto di intestino interessato, delle scorte di lattasi. Ed è in questi casi che la riparazione dei danni venutisi a creare a carico della barriera intestinale, potrà portare ad una piena reintegrazione dei prodotti lattosati nella dieta ordinaria.
 
 ❓𝐶𝑜𝑚𝑒 𝑠𝑖 𝑓𝑎 𝑎𝑑 𝑎𝑐𝑐𝑒𝑟𝑡𝑎𝑟𝑒 𝑢𝑛’𝑒𝑣𝑒𝑛𝑡𝑢𝑎𝑙𝑒 𝑖𝑛𝑡𝑜𝑙𝑙𝑒𝑟𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑎𝑙 𝑙𝑎𝑡𝑡𝑜𝑠𝑖𝑜?

👨🏻‍⚕️Esiste un apposito test, non invasivo e per nulla pericoloso tanto da poter essere effettuato anche da bambini e donne in gravidanza. Si chiama “𝗯𝗿𝗲𝗮𝘁𝗵 𝘁𝗲𝘀𝘁” ed è un esame che dura circa 4 ore: consiste nel fare espirare i pazienti in un sacchetto, una prima volta a digiuno e poi, dopo l’assunzione di latte, ogni 30 minuti nelle tre ore successive. Grazie ad una specifica apparecchiatura sarà possibile misurare il picco di gas idrogeno nell’aria espirata prima e dopo l’assunzione di lattosio. In caso di deficit di lattasi il lattosio non potrà essere digerito e quindi verrà fermentato dai batteri intestinali, generando gas. 
 
❓ 𝑀𝑎 𝑖𝑜 ℎ𝑜 𝑓𝑎𝑡𝑡𝑜 𝑖𝑙 𝑡𝑒𝑠𝑡 𝑔𝑒𝑛𝑒𝑡𝑖𝑐𝑜. 𝐸 𝑑𝑎 𝑙𝑖̀ 𝑟𝑖𝑠𝑢𝑙𝑡𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑖𝑛𝑡𝑜𝑙𝑙𝑒𝑟𝑎𝑛𝑡𝑒…
 
👨🏻‍⚕️No. Da quel test semmai può risultare una sua predisposizione a perdere, nel tempo, le scorte di lattasi. Il test genetico non fornisce certezze circa una sua attuale carenza di lattasi. Lunico esame valido per diagnosticare unintolleranza al lattosio 𝗲̀ 𝗶𝗹 𝗯𝗿𝗲𝗮𝘁𝗵-𝘁𝗲𝘀𝘁. Accade, però, che tante persone decidano di escludere il lattosio dai loro schemi alimentari, comportandosi da intolleranti pur senza esserlo o, magari, senza averlo opportunamente documentato. Tale scelta, che talvolta discende proprio da una valutazione genetica del tutto impropria per il lattosio, 𝗽𝗼𝘁𝗿𝗲𝗯𝗯𝗲 𝗶𝗻𝗱𝘂𝗿𝗿𝗲 𝗽𝗮𝗿𝗮𝗱𝗼𝘀𝘀𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗹𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗮𝗿𝘀𝗮 𝗱𝗶 𝘂𝗻’𝗶𝗻𝘁𝗼𝗹𝗹𝗲𝗿𝗮𝗻𝘇𝗮 𝘀𝗲𝗰𝗼𝗻𝗱𝗮𝗿𝗶𝗮, conseguente proprio ad un’astinenza inutilmente prolungata dal latte e dai suoi derivati. E questo perché l’enzima lattasi, fisiologicamente presente nella mucosa intestinale e deputato alla digestione del lattosio, se non utilizzato per molto tempo potrebbe inattivarsi. A questo si aggiunga che, nel caso in cui fosse presente una condizione di 𝗱𝗶𝘀𝗯𝗶𝗼𝘀𝗶 𝗳𝗲𝗿𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝘁𝗶𝘃𝗮, non basterà eliminare il lattosio dalla dieta per risolvere i problemi intestinali, ma saranno molti altri gli zuccheri da limitare o da escludere almeno fino a quando non verrà, coerentemente con il quadro clinico del paziente, ripristinata una fisiologica condizione di eubiosi .
 
❓𝑄𝑢𝑖𝑛𝑑𝑖 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑖 𝑓𝑎? 𝑆𝑒 𝑎𝑠𝑠𝑢𝑚𝑜 𝑙𝑎𝑡𝑡𝑜𝑠𝑖𝑜 𝑝𝑜𝑡𝑟𝑒𝑖 𝑎𝑣𝑒𝑟𝑒 𝑔𝑜𝑛𝑓𝑖𝑜𝑟𝑒 𝑎𝑑𝑑𝑜𝑚𝑖𝑛𝑎𝑙𝑒, 𝑠𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑙𝑜 𝑎𝑠𝑠𝑢𝑚𝑜 𝑟𝑖𝑠𝑐ℎ𝑖𝑜 𝑑𝑖 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑛𝑡𝑎𝑟𝑒 𝑖𝑛𝑡𝑜𝑙𝑙𝑒𝑟𝑎𝑛𝑡𝑒… 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑚𝑖 𝑟𝑒𝑔𝑜𝑙𝑜? 𝐸 𝑠𝑒 𝑝𝑟𝑒𝑛𝑑𝑒𝑠𝑠𝑖 𝑝𝑟𝑒𝑐𝑎𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑙𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑟𝑒𝑠𝑠𝑒 𝑑𝑖 𝑙𝑎𝑡𝑡𝑎𝑠𝑖 𝑎𝑟𝑡𝑖𝑓𝑖𝑐𝑖𝑎𝑙𝑒…? 
 
👨🏻‍⚕️La gestione corretta di fenomeni complessi richiede esperienza ed è consigliabile non affidarsi allautodiagnosi o a diagnosi farlocche, ma affidare la gestione della propria storia clinica a competenze che siano in grado di fornire indicazioni precise sulle scelte più adeguate, comprese quelle relative all’eventuale assunzione compensatoria della 𝗹𝗮𝘁𝘁𝗮𝘀𝗶 𝗮𝗿𝘁𝗶𝗳𝗶𝗰𝗶𝗮𝗹𝗲. Quest’ultima, infatti, potrebbe consentire l’assunzione di latte e derivati, sopperendo alla carenza dell’enzima deficitario. Ma, anche in questo caso, le precauzioni sono necessarie, perché occorre comunque assumere, pur a fronte della preliminare assunzione di lattasi artificiale, quantitativi controllati di lattosio 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝘂𝗽𝗲𝗿𝗶𝗼𝗿𝗶 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝟰𝟱𝟬𝟬 𝗨𝗻𝗶𝘁𝗮̀ 𝗙𝗖𝗖 (𝘍𝘰𝘰𝘥 𝘊𝘩𝘦𝘮𝘪𝘤𝘢𝘭 𝘊𝘰𝘥𝘦𝘹), e poi perché 𝗹𝗲 𝗳𝗼𝗿𝗺𝗲 𝗱𝗶 𝗶𝗻𝘁𝗼𝗹𝗹𝗲𝗿𝗮𝗻𝘇𝗲 𝗮𝗹 𝗹𝗮𝘁𝘁𝗼𝘀𝗶𝗼 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗲 𝘂𝗴𝘂𝗮𝗹𝗶 potendo presentarsi, nei diversi individui, con gravità variabili.

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