L’Alloro: “suprema tra le piante”
L’ipotesi più plausibile è che il termine ‘alloro’ derivi dal latino Laurus. Secondo altri, invece, il nome deriverebbe dal celtico Lawur, che significa ‘verdeggiante’, ‘sempreverde’. E, in effetti, quella dell’alloro è una pianta officinale sempreverde, appartenente alla famiglia botanica delle Lauraceae.
Ampiamente diffusa nel bacino del Mediterraneo, la pianta dell’alloro si presenta generalmente come un grande arbusto con foglie ovali e coriacee, di un colore verde lucente. I fiori sono gialli, primaverili, e sono seguiti, in autunno, da numerose bacche nere, simili a olive, ricche di oli essenziali. Per questo, oltre ad essere usato come pianta ornamentale, l’alloro è molto richiesto per le sue qualità aromatiche e fitoterapiche.
Da sempre, l’alloro gode di grande fama, simboleggiando i valori morali della fedeltà e della castità, tanto da essere descritto da Empedocle come “suprema fra le piante”.
Nell’antica Roma, con una corona di rami intrecciati di alloro si cingeva la testa dei futuri imperatori e, alla stessa stregua, nell’antica Grecia si adornava di alloro il capo degli atleti vincitori dei Giochi Olimpici, come simbolo di gloria e di onore. Da noi, ancora oggi, è invalsa l’usanza di offrire allo studente che ottiene la laurea una ghirlanda o corona di alloro ricca di bacche. E in effetti, il termine “laureato” deriva dal latino “laureatus”, ovvero “incoronato di alloro (lauro)”.
Molto interessante è l’analisi del profilo nutrizionale dell’alloro e la descrizione delle sue tante e diverse proprietà benefiche in cucina e non solo. Quel che in primo piano emerge sul versante nutrizionale è che, a fronte delle appena sei calorie apportate da un cucchiaio di prodotto, l’alloro è fonte importante di minerali quali ferro, calcio, potassio, ma anche di vitamina A e vitamina C. Soprattutto prezioso è il suo olio essenziale, composto da una serie di sostanze aromatiche, tra le quali l’eugenolo, il limonene, il geraniolo, l’eucaliptolo e il pinene, che conferiscono all’alloro importanti proprietà benefiche a vantaggio di diversi organi e distretti dell’organismo umano.
1) Basti pensare, per esempio, alle proprietà ‘aperitive’ dell’alloro, in grado di stimolare l’appetito e, dunque, di preparare l’apparato gastrointestinale ad accogliere ed elaborare il cibo.
2) Per questo, all’alloro vengono attribuite anche proprietà ‘digestive’, proprio in ragione della sua capacità di favorire la digestione e di facilitare l’espulsione dei gas intestinali, così contrastando gonfiore e coliche addominali postprandiali.
3) Ma l’olio essenziale di alloro, in forza delle sue proprietà ‘balsamiche’, contribuisce pure a fluidificare il catarro bronchiale, favorendone l’espettorazione e alleviando la tosse.
4) Ulteriore dote dell’alloro è quella di regolare la sudorazione (proprietà ‘diaforetiche’), contribuendo, in forma di infusi, ad abbassare la temperatura corporea in caso di febbre alta, ma anche a ridurre, in forma di pediluvi, l’eccessiva sudorazione dei piedi.
5) Infine, ai preparati d’alloro viene attribuita proprietà antinfiammatoria e antiedemigena, essendo ritenuti in grado di alleviare il dolore in caso di reumatismo o di fibromialgia, oltre che di favorire la guarigione da piccoli traumi ed ematomi.
6) Nel settore della cosmetica, grande importanza storica ha l’oleolito, un prodotto ottenuto dalla macerazione delle bacche di alloro miscelate in olio di oliva, utilizzato fin dall’epoca babilonese, 2500 anni prima di Cristo, per preparare il sapone di Aleppo, uno dei detergenti più antichi ma ancora oggi usato per trattare pelli molto sensibili o comunque interessate da processi patologici come nel caso di dermatiti allergiche o irritative.
7) All’acido laurico contenuto nell’alloro vengono attribuite proprietà repellenti, in grado di tenere lontani insetti fastidiosi come le zanzare, ma anche parassiti.
8) In cucina, l’aroma inconfondibile emanato dalle foglie di alloro arricchisce di gusto e sapidità i piatti più diversi, dai legumi al pesce, alla carne con particolare riferimento alla selvaggina. Inoltre, dalle foglie di alloro vengono preparati anche tisane e liquori tra i quali spicca l’allorino, amaro gentile dal gusto piacevolmente erbaceo, la cui preparazione richiede un preliminare processo di macerazione dell’alloro nell’alcol e successivo filtraggio con eliminazione delle foglie.
9) Sì, perché le foglie di alloro, pur commestibili, è bene non assumerle mai “a crudo” né masticarle, in ragione della loro capacità di rilasciare al palato un sapore sgradevolmente amaro tanto da generare una persistente sensazione di nausea.
10) E, a proposito di controindicazioni all’impiego dell’alloro, va anche considerata la sua reattività allergica crociata con i pollini di alcune piante, come artemisia, assenzio e margherite, appartenenti alla famiglia botanica delle Compositae. Ne consegue che i soggetti allergici ai pollini di queste piante faranno bene ad evitare il contatto con l’alloro anche se cotto.
Il Gusto della Salute – una rubrica di:
Mauro Minelli – docente di “Scienze tecniche dietetiche applicate” presso Università LUM “Giuseppe Degennaro” e coordinatore responsabile della sezione “Italia Meridionale” della Fondazione Italiana Medicina Personalizzata (FMP).
Ospiti:
Ilaria Vergallo – Biologa nutrizionista del Network PoliSmail
Marco Renna – Giornalista
L’iniziativa è svolta sotto l’egida della FMP Fondazione Medicina Personalizzata – Media partner ADNKronos