Il finocchio è un ortaggio dalla storia millenaria, molto ricercato per le sue doti straordinarie. Appartiene alla famiglia botanica delle ombrellifere ed è importante per le sue proprietà antiossidanti, depurative, digestive e perfino endocrine. Il nome scientifico del finocchio, foeniculum vulgaris dulce, deriva dal fatto che le sue foglie ricordano il fieno, che in latino si dice appunto foenum; mentre l’aggettivo vulgaris fa riferimento alla grande diffusione della pianta, molto comune nel bacino del Mediterraneo.
Imparentato con il prezzemolo e con il sedano, il finocchio per crescere bene ha bisogno di molta luce e di temperature miti, ecco perché la sua coltivazione è molto praticata in Italia dove il finocchio trova condizioni di crescita particolarmente favorevoli.
Pure i semi di finocchio hanno la loro importanza soprattutto in fitoterapia. In passato venivano utilizzati per aromatizzare e quindi “mascherare” vini scadenti da vendere poi ad acquirenti poco esperti: da cui la raccomandazione a “non farsi infinocchiare”.
La storia del finocchio precede la nostra civiltà e si fa risalire al V secolo avanti Cristo. Essa ci riporta alla pianura di Maratona nella quale il finocchio, in greco “màrathon” cresceva rigoglioso e spontaneo. Quella località della Grecia, nel 490, fu teatro dell’omonima battaglia tra ateniesi e persiani. Partendo da quel luogo, Filippide coprì la celebre distanza di 42 Km e 195 metri per portare la notizia della vittoria ad Atene, distanza che oggi dà il nome alla più faticosa e lunga disciplina della moderna atletica leggera.
E restando nell’antica Grecia, Ippocrate in una sua opera parlava delle proprietà galattogeniche del finocchio, consigliando alle puerpere di bere il succo di finocchio per favorire la produzione di latte con cui nutrire i neonati. In seguito fu Plinio a raccontare del finocchio le proprietà benefiche per la vista e per la digestione.
1) Del finocchio esistono due specie: il finocchio coltivato e il finocchio selvatico. Il primo, che si caratterizza per il sapore particolarmente dolce, in cucina viene utilizzato cotto, crudo o in pinzimonio. Straordinaria è, infatti, la sua versatilità potendo offrire in cucina innumerevoli opportunità di elaborazione. Il finocchio selvatico o “finocchietto”, invece, cresce in maniera spontanea, presenta un sapore decisamente più intenso e i suoi semi vengono utilizzati per aromatizzare soprattutto liquori e tisane.
2) Il finocchio è un ortaggio amico della dieta: privo di amidi e di lipidi, è in assoluto la verdura con il più basso apporto calorico per il nostro organismo. Per questo viene considerato come un prezioso aiuto nelle diete ipocaloriche finalizzate al dimagrimento. Può, infatti, essere utile come riempitivo nei momenti di maggior insorgenza della fame, ma entra a pieno titolo anche nei pasti quotidiani dei regimi alimentari “dimagranti”.
3) In ragione del suo elevato contenuto di acqua e di fibre, il finocchio è utile per regolarizzare il transito intestinale. Peraltro, la grande abbondanza di acqua lo rende alimento diuretico e depurativo, capace pertanto di favorire l’eliminazione di tossine ma anche di liquidi in eccesso.
4) Buona è l’offerta tanto di vitamina C, importante supporto delle funzioni immunitarie, quanto di vitamina A, fondamentale ausilio per la vista e per le ossa.
5) I polifenoli, contenuti nel finocchio, concorrono insieme alla vitamina C a contrastare i radicali liberi, in tal modo esercitando un’importante azione antinfiammatorio e antiossidante.
6) Ma il corredo vitaminico del finocchio include anche vitamine del gruppo B, di primaria importanza nelle funzioni metaboliche dell’organismo. Tra queste vitamine spicca la B9, ossia l’acido folico, substrato importante per la formazione dei globuli rossi e per la sintesi del materiale genetico delle cellule.
7) Il finocchio è pure ricco di minerali, soprattutto potassio che interviene nella regolazione della pressione arteriosa. In quantità tutt’altro che irrisorie ci sono anche fosforo e calcio, che contribuiscono alla salute delle ossa riducendo il rischio di osteoporosi, e magnesio utile a contrastare stati di spossatezza e affaticamento muscolare.
8) Al sapore gradevole del finocchio contribuisce l’anetolo, uno degli oli essenziali di cui l’ortaggio è dotato; a questi oli vengono associate importanti proprietà carminative favorenti l’emissione dei gas intestinali specie in chi soffre di colite.
9) Non sono descritte controindicazioni significative al consumo di un alimento sano e prezioso come il finocchio. Tuttavia, la già citata abbondanza di potassio nel finocchio suggerisce di quest’ultimo un’assunzione controllata da parte di pazienti con insufficienza renale nei quali il potassio, per difettoso smaltimento da parte dei reni non perfettamente funzionanti, potrebbe accumularsi nel sangue. Un’attenzione particolare al finocchio andrebbe riservata anche da parte degli allergici al lattice per l’esistenza di una reattività crociata tra le due sostanze.
Una rubrica di:
Mauro Minelli – prof. Straordinario di Igiene Generale e Applicata e Referente per il SUD-Italia della Fondazione Medicina Personalizzata
Ospiti:
Dominga Maio – Biologa nutrizionista del Network PoliSmail
Ilaria Vergallo – Biologa nutrizionista del Network PoliSmail
Salvatore Bene – Professore presso I.I.S.S. “N.Moccia” (Nardò-LE)
Tommaso Manni – Professore presso I.I.S.S. “N.Moccia” (Nardò-LE)
L’iniziativa è svolta sotto l’egida della FMP Fondazione Medicina Personalizzata – Media partner ADNKronos.