L’asparago in 10 punti: proprietà benefiche e controindicazioni
L’Asparagus officinalis, meglio conosciuto come asparago, è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Asparagaceae. Apprezzato fin dall’antichità, è rinomato non solo per il suo gusto delicato e le sue qualità nutrizionali, ma anche per il ruolo che ha rivestito per secoli nella cucina e nella medicina tradizionale.
I suoi giovani germogli, teneri e raffinati, sono tra i primi doni della primavera, simbolo di rinascita e preludio alla bella stagione.
Le origini dell’asparago affondano le radici in tempi antichissimi: era già conosciuto oltre duemila anni fa in Egitto e nelle civiltà del Mediterraneo. Oggi, nel nostro Paese, quest’ortaggio primaverile è celebrato da nord a sud con sagre locali e piatti della tradizione.
In cucina, l’asparago si distingue per la sua grande versatilità. Si presta a moltissime preparazioni: è perfetto nelle frittate, accostato alle uova al tegamino, protagonista di risotti cremosi, sorprendente da crudo nelle insalate, delizioso se grigliato o cotto al vapore e condito con un filo d’olio e qualche goccia di limone. È ideale anche per arricchire torte salate, vellutate e primi piatti gourmet.
Nel mondo esistono oltre 300 varietà di asparago, ma commestibili solo una ventina nell’ambito delle quali si distinguono tre tipologie principali:
- Asparagi verdi: i più diffusi, raccolti quando raggiungono i 15 cm di altezza, dal sapore intenso e deciso;
- Asparagi bianchi: più delicati e teneri ma meno aromatici dei verdi, crescono sottoterra e, dunque, in assenza di luce, ciò che impedirà i processi di fotosintesi;
- Asparagi violetti: raccolti non appena affiorano dal terreno, si distinguono per il loro gusto più dolce e fruttato.