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Sclerosi multipla e microbiota: un rapporto da sanare

microbiota e sclerosi multipla

Sclerosi multipla e microbiota: un rapporto da sanare

I batteri buoni nella Sclerosi Multipla.
Dalla ricerca scientifica, prove sperimentali di efficacia.

Fino ai primi del ‘900 dominava il dogma coniato da Paul Ehrlich del cosiddetto horror autotoxicus, cioè dell’impossibilità che l’organismo potesse aggredire sé stesso. Nel 1956, tuttavia, tre coppie di ricercatori, operando indipendentemente, sfatarono quel dogma dimostrando chiaramente l’esistenza della ‘malattia autoimmune’.

Le malattie autoimmuni sono quelle che si manifestano quando si verifica una rottura della cosiddetta “tolleranza immunitaria” con sviluppo di cellule autoreattive lesive e conseguente estrinsecazione clinica della patologia. Sono state avanzate molteplici ipotesi sulle cause della perdita di tolleranza.

Una di queste teorie attribuisce una particolare rilevanza all’eventuale malfunzionamento di una sorta di ‘sistema frenante’ normalmente capace di neutralizzare eventuali risposte anomale. Quest’ultime, se non tempestivamente bloccate, porterebbero il sistema immunitario a danneggiare lo stesso organismo di cui è parte. Nel nutrito gruppo delle malattie autoimmuni figura anche la sclerosi multipla, patologia neurodegenerativa nella quale al guasto del sistema frenante seguirebbe la reazione anomala di alcune cellule immunitarie che, sconfinando nel sistema nervoso centrale, si rendono responsabili del danno a carico della guaina mielinica che riveste le fibre nervose e che, della sclerosi multipla, è la lesione più tipica.

Un recentissimo studio condotto da un nutrito pool di ricercatori ha identificato un percorso immunometabolico in grado di regolare le funzioni delle cellule immunitarie alterate. Durante la sperimentazione, il compito di attivare quel percorso è stato affidato a un batterio probiotico che, somministrato in animali di laboratorio affetti da modello sperimentale di sclerosi multipla, si è rivelato in grado di bloccare l’evoluzione della malattia.

Nonostante gli effetti di questi batteri buoni ottenuti mediante tecniche d’ingegneria genetica, si siano finora dimostrati positivi in cavie di laboratorio, non si può certamente escludere la possibilità che analoghe metodiche possano sortire altrettanti benefici effetti anche nell’uomo e non solo contro la sclerosi multipla. Tutto questo avvalora ulteriormente il già copioso numero di evidenze che, analizzando il ruolo dei batteri intestinali sulla salute umana, fanno emergere nuove opportunità di cura, semmai da integrare con le terapie attualmente disponibili.

Di questo e di molto altro si discute nella puntata n.15 di ‘Fermenti, il segreto della vita’, il nostro viaggio nel complicato mondo del microbiota.

 

UNA RUBRICA DI:
Mauro Minelli – docente di “Scienze tecniche dietetiche applicate” presso Università LUM “Giuseppe Degennaro” e coordinatore responsabile della sezione “Italia Meridionale” della Fondazione Italiana Medicina Personalizzata (FMP).

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