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Quando i batteri ti fermentano. La SIBO spiegata in 10 punti

La SIBO, la SIFO e gli alimenti fermentabili

Quando i batteri ti fermentano. La SIBO spiegata in 10 punti

Nella costellazione di sigle che, in poche lettere, sintetizzano una molteplicità di patologie gastrointestinali a volte anche particolarmente complesse, figurano a buon titolo la SIBO e la variante SIFO, rispettivamente acronimi di Small Intestinal Bacterial Overgrowth e di Small Intestinal Fungal Overgrowth.

A queste forme cliniche, molto diffuse per quanto non sempre correttamente inquadrate, è dedicata la nuova puntata della rubrica “τροφήν, la prima medicina”, curata dall’immunologo Mauro Minelli, docente di dietetica e nutrizione umana presso l’Università LUM di Bari. L’appuntamento di questa settimana è dedicato alla descrizione di condizioni patologiche caratterizzate da una “crescita eccessiva di batteri (SIBO) o di funghi (SIFO) nel piccolo intestino”, cioè nel lungo tratto dell’intestino tenue dove, normalmente, la quantità di microrganismi stanziali è molto più bassa di quella residente nel colon.

1) Sul piano clinico, il corteo dei sintomi che caratterizzano una SIBO è direttamente correlato alle proprietà fermentative dei batteri che abitano o che, migrando dal colon, vanno a localizzarsi nel piccolo intestino. L’attività fermentativa di questi microrganismi, portando alla produzione di gas, gonfia e distende le anse intestinali generando meteorismo, dolenzia tensiva dell’addome, talvolta flatulenza, stipsi o diarrea ovvero alternanza dell’una con l’altra. Ma più frequentemente, tendendo a risalire verso l’alto, i gas procurano distensione talvolta anche dolorosa dello stomaco, turbe digestive e ancora pirosi esofagea con sensazione di bruciore retrosternale, talvolta tachicardia o extrasistolia, irritazione del tratto faringeo con tosse insistente e stizzosa, raucedine, impedimenti nella deglutizione, sapore metallico, lingua patinosa, alitosi. Possono anche manifestarsi sintomi extra intestinali tra i quali soprattutto astenia, arrossamenti cutanei, disturbi respiratori più severi.

2) Attraverso i prodotti del loro metabolismo, tra l’altro, i batteri migrati nell’intestino tenue possono anche alterarne il rivestimento interno danneggiandone la struttura e così rendendo permeabile una ‘barriera’ che individua in una solida impermeabilità il punto di forza della propria funzione. Tutto ciò comporterà un malassorbimento di nutrienti le cui carenze ricadranno poi sulla salute delle ossa e degli annessi cutanei come capelli, denti, unghie che tenderanno a fragilizzarsi.

3) Allo stesso tempo, un’alterazione strutturale della parete intestinale potrà favorire il transito nel sangue di proteine che, se normalmente processate e rielaborate da un epitelio intestinale sano, in caso di alterata permeabilità di quell’epitelio transiteranno direttamente nel sangue così attivando dinamiche allergiche e/o autoimmunitarie. 

4) Diverse sono le cause che possono portare ad una SIBO. Primeggia fra tutte un’alimentazione povera di fibre che, oltre a rappresentare un supporto prebiotico validissimo per favorire la crescita dei batteri intestinali ‘buoni’, è anche uno dei principali fattori capaci di ottimizzare il transito tanto di alimenti quanto di scorie lungo il canale intestinale.

5) Altri fattori concorrenti alla genesi di una SIBO sono le condizioni di stress intenso e prolungato; i bypass gastrici e, in generale, gli interventi di chirurgia bariatrica capaci di alterare la struttura parietale dell’intestino e, con essa, l’equilibrio dei batteri ospiti.

6) L’assunzione di farmaci antispastici, frequente nei casi di “colon irritabile”, tende a rallentare il movimento del cibo e delle scorie lungo il canale intestinale, ciò che evidentemente altera l’equilibrio dei batteri a scapito i quelli “buoni”; altri farmaci potenzialmente in grado di provocare disbiosi nell’intestino con conseguente comparsa di SIBO/SIFO sono gli antibiotici o i gastroprotettori quando assunti in maniera continuativa e protratta nel tempo, e ancora  gli ansiolitici o psicofarmaci ad azione sedativa, potenzialmente in grado di in inibire la corretta funzione neuro-muscolare dell’intestino.

7) Ulteriore condizione favorente l’insorgenza di una SIBO è il consumo ricorrente di alcol o di abbondanti quantità di zuccheri semplici. 

8) Ma, a proposito di alimenti, nella SIBO come nella SIFO una grandissima rilevanza va attribuita ai cosiddetti ‘FODMaP’ (“Oligosaccaridi, Disaccaridi, Monosaccaridi Fermentabili e Polioli”), ovvero alimenti contenenti al loro interno zuccheri fermentabili come il fruttosio o il lattosio che costituiscono il substrato nutritivo dei batteri fermentativi. Nel momento in cui questi ultimi dovessero abbondare nell’intestino tenue, trarrebbero dai FODMaP le risorse per produrre grandi quantità di gas con tutte le conseguenze e la cascata di sintomi intestinali ed extraintestinali.

9) La diagnosi di SIBO viene generalmente effettuata attraverso un “breath-test” che misuri nell’aria espirata del paziente i quantitativi di gas metano e di idrogeno prodotti dai suoi batteri.

10) Il miglior approccio terapeutico in grado di agire efficacemente su SIBO e SIFO si basa sullo studio analitico della composizione microbica intestinale del soggetto interessato e sulla conseguente ricomposizione, attraverso un trattamento pre- e pro-biotico preciso e personalizzato, di un assetto batterico equilibrato in grado di riportare stabilmente in salute i soggetti interessati da queste diffuse e fastidiose condizioni patologiche.

 

UNA RUBRICA DI:
Mauro Minelli – docente di “Scienze tecniche dietetiche applicate” presso Università LUM “Giuseppe Degennaro” e coordinatore responsabile della sezione “Italia Meridionale” della Fondazione Italiana Medicina Personalizzata (FMP).

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