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Peperoncino: portafortuna del nuovo anno ed elisir di salute

Peperoncino: portafortuna del nuovo anno ed elisir di salute

Peperoncino: portafortuna del nuovo anno ed elisir di salute

Tra gli amuleti portafortuna del 2023 vogliamo, al principio del nuovo anno, annoverare anche il peperoncino, frutto – e non ortaggio come erroneamente si è portati a pensare – tutt’altro che infrequente sulle tavole degli italiani (tanto più nel periodo delle feste) e già di suo abitualmente assimilato a simbolo di abbondanza e prosperità. Tra i prodotti, in tal senso, più noti spicca il peperoncino calabrese, la cui vendita è in continua crescita sia sui mercati italiani che su quelli europei.

Appartenente alla specie Capsicum annuum, la stessa che include i più comuni peperoni e che, a sua volta, appartiene alla famiglia delle Solanaceae di cui fanno parte anche melanzane, patate e pomodori, il peperoncino è dotato di importanti proprietà nutrizionali.

Lo sottolinea all’Adnkronos Salute l’immunologo Mauro Minelli, docente di dietetica e nutrizione umana presso l’Università LUM di Bari.

“Il peperoncino è originario dell’America centro-meridionale, dove esiste da migliaia di anni, coltivato nelle sue diverse varietà già dagli Aztechi e poi introdotto in Europa da Cristoforo Colombo di ritorno dal suo primo viaggio. Nel corso delle sue esplorazioni nel ‘Nuovo Mondo’ alla ricerca, tra l’altro, di spezie pregiate, Colombo si convinse di aver individuato una particolare tipologia di pepe rosso dopo aver assaporato quella bacca scarlatta che, da quel momento, prese appunto il nome di peperoncino”, ricorda Minelli.

“A questo frutto – prosegue – è attribuita ancora oggi una valenza scaramantica in ragione della sua forma particolare che ricorda molto da vicino quella di un corno animale il quale, a sua volta, nella credenza popolare, è portafortuna. Già nell’antica Roma il cornetto rosso veniva associato ad auspici di fertilità e prosperità sia fisica che economica. Oggi è facile ritrovare, in particolar modo nel Sud Italia, il peperoncino appeso nelle case come difesa dal malocchio”.

“Sono tante le potenziali applicazioni gastronomiche del peperoncino che, forte della sua scarsità di calorie e del buon profilo vitaminico e anti-ossidante, è certamente fonte di virtù benefiche per l’organismo. Per altri versi, tuttavia, va suggerita cautela soprattutto per quel che attiene alle quantità da utilizzare in ragione della potenziale interferenza che il peperoncino può avere sull’azione farmacologica di anticoagulanti e anti-ipertensivi (in particolare Ace-inibitori), e per l’azione tossica che, a dosi elevate e in individui particolarmente sensibili, la capsaicina può espletare. Sarà come sempre il caso di affidarsi alla giudiziosa consapevolezza del ‘gourmet’ che saprà sempre differenziarsi dal ‘glouton’ per la raffinata capacità di scegliere il cibo in base non solo alla qualità, ma anche e soprattutto alla quantità che deve essere sufficiente a deliziarlo senza mai superare le giuste dosi”, conclude Minelli.

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