19 Set Mense scolastiche: ecco come comporre i menù
Il nuovo anno scolastico è iniziato, e con esso anche il “servizio mensa“, spesso fonte di preoccupazione per i genitori. “I nostri figli mangeranno cibi sani e di qualità?” Questa è, tra le domande che generano ansia, quella che i genitori si pongono più frequentemente con l’inizio del servizio di ristorazione scolastica. In questa fase così delicata di avvio di nuove esperienze, soprattutto per i più piccoli e i loro genitori, può essere utile fare chiarezza su ciò che la mensa rappresenta e sulla tipologia di alimentazione che deve garantire.
Vale la pena, prima di ogni ragionamento, procedere con il concetto di base che la mensa nelle scuole non può né deve essere intesa semplicemente come soddisfacimento dei bisogni nutrizionali, ma dovrebbe essere considerata un fondamentale evento educativo da parte dei genitori, degli insegnanti e degli alunni.
È questo, infatti, il momento in cui i bambini hanno la possibilità di imparare a stare a tavola e consumare ciò che è presente nel loro piatto, apprezzando pietanze e sapori che magari sono per loro del tutto nuovi, spesso assenti nelle abitudini familiari o talvolta a causa della mancanza di tempo. In tale contesto, potrebbe verificarsi un iniziale rifiuto da parte del bambino ad assaporare una nuova pietanza, ma grazie all’intervento persuasivo degli insegnanti e considerando il fatto che spesso i bambini tendono a imitare i loro compagni, di solito gli ostacoli iniziali vengono superati rapidamente.
In fondo, per i giovanissimi allievi, questa è la fase della vita più duttile e versatile, quella in cui è ancora possibile migliorare gli stili di vita e alimentari. Queste qualità virtuose sono destinate inevitabilmente a perdersi con il passare degli anni, man mano che le abitudini e i gusti si consolidano sempre di più fino a diventare inamovibili ed insostituibili.
Sul versante, invece, della ristorazione in quanto tale, l’organizzazione dell’offerta nutrizionale dovrà anzitutto rispettare i principi della varietà e della stagionalità, elementi cardine che permettono di garantire un adeguato apporto di nutrienti essenziali per lo sviluppo fisico e mentale dei bambini. Per quanto riguarda lo spuntino o la merenda, è importante evitare cibi industrializzati ad alta densità calorica, come snack salati e merendine, così come bevande zuccherate come succhi o yogurt alla frutta. Decisamente migliore sarebbe offrire un frutto fresco e di stagione o una fetta di pane condita con verdure di stagione.
Nel pranzo deve essere sempre garantito il pasto completo e quindi la presenza di carboidrati, grassi e proteine. Per quanto riguarda i cereali, è fondamentale che essi non siano rappresentati esclusivamente dalla comune pasta o da altri lievitati come pizze o focacce, ma che ci sia un’alternanza con differenti tipologie di cereali che variano per apporto di fibra e micronutrienti. Allo stesso modo le proteine, da assumere a rotazione, non dovranno essere rappresentate solo da carne, uova o latticini, ma è importante che nel menù siano inclusi pesce e legumi il cui consumo, nell’ordinaria alimentazione casalinga, non sempre è garantito con la frequenza che pure meriterebbe. Per condire le varie pietanze fondamentale dovrà sempre essere il ricorso all’olio extravergine di oliva che, per i bambini e non solo per loro, rimane preziosissima fonte di vitamine A, D, E e K, essenziali per lo sviluppo del tessuto nervoso e per il complessivo accrescimento. Ovviamente, tali scelte non potranno prescindere dall’eventuale presenza, nella scolaresca, di bambini e ragazzi celiaci, allergici o comunque con particolari sensibilità alimentari, per i quali saranno sempre previsti menù rigorosamente personalizzati.
Ulteriore elemento da prendere in considerazione potrebbe essere la buona abitudine, pure recentemente adottata da alcuni servizi di ristorazione scolastica, di introdurre nelle diete dei bambini erbe aromatiche come il basilico, il timo, la salvia, utili ad insaporire le pietanze arricchendole, oltre che di gusto, anche di minerali dei quali sono fonti preziose e grazie ai quali ridurre o, ancor meglio, escludere l’aggiunta di sale nell’allestimento dei piatti.