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Il microbiota negli atleti di resistenza … altro che anabolizzanti!

Il microbiota negli atleti di resistenza ... altro che anabolizzanti!

Il microbiota negli atleti di resistenza … altro che anabolizzanti!

Attività fisica e sedentarietà: la differenza sta nel microbiota

Diversi studi recenti hanno rivelato che soggetti adulti scarsamente propensi all’attività fisica risultano, rispetto a coetanei fisicamente attivi, meno equipaggiati sul piano delle prestazioni immunitarie e, viceversa, molto più dotati di batteri intestinali ‘pro-infiammatori’. È risaputo, d’altro canto, che l’esercizio fisico consente a chi lo pratica con regolarità di poter contare su elevate performances immunitarie mantenendo bassi i livelli di infiammazione, peculiarità che oltre a migliorare lo stato di salute, certamente contribuiscono a prevenire malattie di vario genere. E, a supporto di tali premesse, tante oramai sono le prove documentali che evidenziano, per esempio, più alti livelli di marcatori dell’infiammazione in soggetti sedentari rispetto a loro coetanei dediti allo sport o comunque all’attività fisica.

A tali evidenze altre se ne vanno progressivamente aggiungendo sul legame tra esercizio fisico e microbiota. Si è potuto così osservare che alcune specie batteriche molto efficienti sul piano metabolico, o munite di importanti funzioni antinfiammatorie, risultano essere decisamente aumentate in atleti d’élite rispetto a persone obese o in sovrappeso, così come una maggiore abbondanza di batteri intestinali pro-infiammatori è stata rilevata in persone adulte fisicamente inattive. 

E’ l’attività fisica a garantire la presenza di un microbiota efficiente? È un microbiota sano e bilanciato a rendere più efficaci le performances sportive? O, magari supportandosi vicendevolmente, sono valide entrambe le ipotesi?

Se ne parla in questa nuova puntata di “Fermenti, il segreto della vita”, nella quale vengono analizzate le evidenze più significative che, sull’argomento, sono al momento disponibili.

 

UNA RUBRICA DI:
Mauro Minelli – docente di “Scienze tecniche dietetiche applicate” presso Università LUM “Giuseppe Degennaro” e coordinatore responsabile della sezione “Italia Meridionale” della Fondazione Italiana Medicina Personalizzata (FMP).

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