20 Set Effetti del cambio stagione. Come il microbiota intestinale può intervenire negli adattamenti alle variazioni termiche
Termoregolazione e clima
Quando si verificano cambiamenti climatici, come ad esempio il passaggio dal grande caldo al freddo intenso, il nostro organismo reagisce attivando un meccanismo di termoregolazione.
Per mantenere la temperatura corporea costante sui 37°, in condizioni di basse temperature, il corpo genera calore attraverso il metabolismo dell’energia proveniente dall’attività muscolare e dall’alimentazione, mentre con un clima più arido disperde il calore attraverso i processi di sudorazione e minzione.
Il calo termico ci farà cambiare in poche ore stagione: gli effetti sul corpo
Poiché questo complesso meccanismo di regolazione termica coinvolge apparati di organi vitali, come il sistema cardiocircolatorio, polmonare, nervoso, ormonale, è faticoso adattarsi velocemente a brusche variazioni delle temperature, soprattutto per chi soffre di patologie croniche o chi ha difese immunitarie deboli come gli anziani o i bambini.
L’apparato che potrebbe maggiormente risentire del cambiamento è quello respiratorio: non a caso al cambio di stagione sono molto frequenti raffreddori e faringiti.
Il freddo rende meno efficienti le difese contro virus e batteri
Se le temperature scendono in picchiata, molte specie di microrganismi (siano batteri o virus) trovano un ambiente più adatto alla loro sopravvivenza e promuovono una serie di strategie d’azione per rendere meno efficienti le difese di prima linea di cui l’organismo umano dispone.
Le prime vie respiratorie, proprio perché esposte di continuo ai numerosi microrganismi presenti nell’aria, possiedono un valido sistema di protezione capace di bloccare e allontanare gli intrusi prima che possano far danni.
Sono dotate di sistemi cellulari che secernono una sostanza viscosa appiccicosa, detta muco, che serve a intrappolare le particelle estranee che penetrano con l’aria inspirata, come quelle di polveri o germi, e che vengono poi sospinte fuori dal movimento oscillatorio di altre cellule presenti in questo tratto respiratorio; tutto ciò avviene affinché le sostanze inalate non raggiungano i polmoni.
Il classico “colpo di freddo”, al quale si può essere esposti nei passaggi di stagione per le variazioni termiche naturali, provoca la compromissione di questo sofisticato lavoro delle cellule della mucosa respiratoria, facilitando così la vita ai microbi.
Un repentino abbassamento della temperatura, tuttavia, può portare con sé anche dolori articolari, contratture muscolari, crampi addominali, mal di testa, nevralgie e soprattutto quando l’esposizione al freddo è improvvisa e intensa, anche paralisi temporanea del nervo facciale.
Difendersi dal freddo anche a tavola
Sul come difendersi, anche a tavola, la nutrizionista Dominga Maio suggerisce di archiviare definitivamente gli eccessi e le abbuffate dell’estate per lasciare spazio ad un’alimentazione nutriente e varia, aumentando leggermente anche l’apporto calorico giornaliero. Diete molto restrittive con pochissime calorie potrebbero rallentare la capacità di regolare la temperatura corporea.
Cosa mangiare?
- Tutte le verdure di stagione del mese di settembre e ottobre, come zucche, funghi, scalogno, zucchine, barbabietole, cicoria, le crucifere e le brassicacee, cetrioli, spinaci, bietole, sedano, porro, peperoni, patate, cipolle, lattuga, finocchi sono ricchi di acido folico, di vitamina C, di carotenoidi, precursori della vitamina A e di antiossidanti che stimolano le difese immunitarie.
- Anche la regina dell’autunno, la melagrana, è dotata di proprietà antinfiammatorie e antiossidanti e che non dobbiamo dimenticare di portare in tavola quando lo abbiamo a disposizione perché si tratta di un vero e proprio toccasana per la salute.
Cosa bere?
- Assumere liquidi, come la giusta quantità di acqua o di spremute e frullati dei frutti di stagione, fa sì che si introducano sali minerali e vitamine in quantità almeno sufficiente a svolgere un’azione protettiva sulle cellule e sul sistema immunitario.
- Evitare di bere bevande alcoliche in genere, in quanto dopo una iniziale sensazione di beneficio, promossa dalla loro proprietà di dilatare i vasi sanguigni e quindi determinare una piacevole sensazione di calore, lasciano spazio ad una vasocostrizione che induce molto freddo.
Come ci si prepara al cambio di stagione da un punto di vista immunologico?
Al di là di quel che possono essere le regole standard improntate al rispetto di abitudini salutari che aiutino il sistema immunitario a lavorare in modo ottimale, tante nuove evidenze scientifiche suggeriscono la necessità di mantenere in buona salute il nostro microbiota intestinale, organo essenziale per l’induzione, la formazione e le funzioni, nell’organismo ospitante, del sistema immunitario.
Eubiosi ed equilibrio microbico intestinale
Assicurare l’eubiosi, ossia una distribuzione estremamente differenziata, con una notevole maggior prevalenza dei tipi batterici protettivi rispetto a quelli potenzialmente dannosi, garantisce che tutte le attività intestinali si svolgano in maniera efficiente, come la digestione di macromolecole alimentari e la maturazione del sistema immunitario.
La perdita di questa diversificazione e, quindi, la rottura dell’equilibrio nell’ecosistema microbico intestinale, unita alla comparsa di squilibri tra le proporzioni dei ceppi batterici con predominanza di quelli potenzialmente patogeni, magari a causa di un’alterazione della barriera mucosa protettiva sottostante al microbiota, può avere gravi conseguenze per la salute.
Disbiosi e disturbi respiratori
In questi casi si verifica una disbiosi che è solitamente associata ad una vasta gamma di disturbi anche extraintestinali, tra i quali quelli respiratori.
Evidenze sperimentali associate a un’ampia letteratura scientifica incentrata sull’interazione tra il tratto respiratorio e quello gastrointestinale sono sempre più consistenti, documentando nei fatti un “asse intestino-polmoni”, cioè una comunicazione a doppia via realizzata per il tramite dei microbi dell’uomo.
Si riscontrano molto spesso alterazioni della composizione microbica intestinale, per esempio, nell’asma bronchiale e nelle allergie, nella fibrosi cistica o nei tumori polmonari. È come se grazie alla flora batterica, lungo l’asse intestino-polmone, venisse modulata l’efficacia della risposta immunitaria e, di conseguenza, l’entità dei processi infiammatori anche in sedi distanti dall’intestino.