
12 Mar I disordini del microbiota. Quando non tutto è solo “colon irritabile”
È noto che un microbiota alterato può influenzare lo sviluppo di diverse patologie, come quelle di tipo allergico che la primavera ormai prossima porta con sé. Tuttavia, l’ambito certamente più coinvolto, non foss’altro che per un’azione più diretta dei batteri eventualmente “cattivi”, rimane quello intestinale, nel quale una disbiosi può rendersi responsabile di diverse patologie come il colon irritabile e la SIBO – Small Intestinal Bacterial Overgrowth. Si tratta, in quest’ultimo caso, di una crescita eccessiva di batteri nel piccolo intestino, ovvero nel lungo tratto dell’intestino tenue dove, normalmente, la quantità di microrganismi stanziali è molto più bassa di quella residente nel colon.
Nell’approfondimento realizzato per AdnKronos, l’immunologo Mauro Minelli, docente di dietetica e nutrizione umana presso l’Università LUM, fa chiarezza sulle conseguenze della disbiosi. Diverse sono le patologie extra-intestinali dovute allo squilibrio del microbiota: malattie metaboliche, obesità, diabete, ipercolesterolemia, steatosi epatica non alcolica, malattie neurodegenerative, immunopatie.
Come riconoscere la SIBO
Microbiota e microbioma non sono la stessa cosa. Il microbiota è l’insieme delle cellule batteriche che si trovano nell’intestino, mentre il microbioma è il complesso dei geni che appartengono al microbiota. Ed il numero dei geni presenti nel microbiota è infinitamente più grande del numero dei geni presenti nel nostro genoma. L’interazione tra genoma umano e batterico forma un sistema integrato chiamato olobionte, che contribuisce a definire il nostro fenotipo. Non possiamo basarci solo sul nostro genoma per definire il nostro benessere, ma dobbiamo conoscere anche il genoma batterico, che influisce su molte funzioni dell’organismo. Attraverso l’analisi della composizione batterica intestinale, è possibile individuare i batteri carenti o in eccesso e verificare eventuali alterazioni rispetto a una condizione di equilibrio (eubiosi). Questo permette di identificare i ceppi batterici utili alla normalizzazione del microbiota.
SIBO e probiotici: è davvero la scelta giusta?
Diverse sono le cause che possono portare ad una SIBO, prima fra tutte un’alimentazione povera di fibre che, oltre a rappresentare un supporto prebiotico validissimo per favorire la crescita dei batteri intestinali ‘buoni’, è anche uno dei principali fattori capaci di ottimizzare il transito tanto di alimenti quanto di scorie lungo il canale intestinale.
L’assunzione di farmaci antispastici, frequente nei casi di “colon irritabile”, tende a rallentare il movimento del cibo e delle scorie lungo il canale intestinale, ciò che evidentemente altera l’equilibrio dei batteri a scapito i quelli “buoni”. Altri farmaci potenzialmente in grado di provocare disbiosi con conseguente comparsa di SIBO sono gli antibiotici o i gastroprotettori quando assunti in maniera continuativa e protratta nel tempo, e ancora gli ansiolitici o psicofarmaci ad azione sedativa, potenzialmente in grado di in inibire la corretta funzione neuro-muscolare dell’intestino.