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Digiuno intermittente: i benefici oltre la perdita di peso

Digiuno intermittente: i benefici oltre la perdita di peso

Digiuno intermittente: i benefici oltre la perdita di peso

Come funziona il digiuno intermittente?

Sempre più crescente sta diventando l’interesse per schemi alimentari alternativi che modulano l’assunzione di nutrienti in base ai ritmi circadiani e al digiuno intermittente. Quest’ultimo prevede ordinariamente un periodo di 16 ore di digiuno seguito da 8 ore in cui è consentito mangiare.

Ma quali sono i suoi benefici? Il digiuno intermittente può favorire la perdita di peso e rallentare l’invecchiamento cellulare, ma richiede una dieta sana durante le ore di alimentazione e un esperto monitoraggio per evitare carenze. È importante mantenere l’autocontrollo e non concedersi sgarri per ottenere gli attesi benefici infiammatori e metabolici.

Il digiuno intermittente, i reali benefici della moda del momento

È la dieta del momento che ha sedotto star di Hollywood e modelle, politici e imprenditori. È il digiuno intermittente. “Eseguire una restrizione calorica per determinati periodi diventa anche salutare” con “effetti antinvecchiamento“, afferma all’Adnkronos Salute Mauro Minelli, immunologo e docente di ‘Fondamenti di dietetica e nutrizione’ all’Università LUM di Bari, che fa il punto su questo regime alimentare. “La dieta intermittente richiede molto autocontrollo, che si traduce nel non concedersi sgarri, perché la ripetitività e soprattutto l’alternanza sono fondamentali per spingere l’organismo a innescare quei meccanismi che ci porteranno a perdere grasso e ottenere benefici a livello infiammatorio e metabolico”, avverte.

“Sono tantissimi i dati pubblicati su diverse riviste scientifiche che sostengono il modello della dieta mediterranea come il migliore trattamento nutrizionale delle malattie croniche non trasmissibili ossia il diabete, l’aterosclerosi, i tumori e le affezioni polmonari che l’Oms ha definito come ‘i 4 big killer’ – ricorda Minelli – In questo ambito, come strumento di prevenzione primaria e di cura di queste patologie, è aumentato l’interesse verso schemi alimentari volti a modulare l’assunzione di nutrienti in base ai ritmi circadiani o a periodi di astensione dal cibo più o meno lunghi alternati a periodi di alimentazione. Queste alternative alla dieta mediterranea hanno l’obiettivo di attivare le vie metaboliche collegate al catabolismo, all’autofagia e a quei meccanismi molecolari connessi allo sviluppo delle malattie croniche”.

La scelta di tanti Vip di puntare su questa dieta è corretta? “Se lo scopo ultimo è di perdere anche massa grassa, eseguire una restrizione calorica per determinati periodi diventa anche salutare: la diminuzione dell’’intake’ di nutrienti può ridurre lo stato infiammatorio, può stimolare l’avvio di processi utili a eliminare gli scarti del metabolismo cellulare fino ad arrivare ad avere effetti anti-age”.

“Il digiuno intermittente è regime dietetico che prevede l’alternanza tra fasi di digiuno e fasi di non digiuno. Noto anche come schema ’16/8′ in cui è richiesta l’astensione dall’assumere cibo per un arco temporale di 16 ore, tempo considerato – prosegue Minelli – utile al nostro organismo per innescare il processo di rigenerazione cellulare e per la riduzione della produzione di radicali liberi che determinerà un rallentamento dell’invecchiamento cellulare. La perdita di peso sarà favorita dal fatto che nella fase di digiuno le cellule, private del loro nutrimento, useranno il grasso immagazzinato come fonte di energia”.

Alle 16 ore di digiuno, seguono 8 ore in cui è consentito assumere cibo. Per fare un esempio, un individuo in buono stato di salute inizierà a mangiare alle 8 di mattina e terminerà alle 16, per poi riprendere a cibarsi il giorno successivo alle 8″, continua. “Ma per fare in modo che il digiuno intermittente produca effetti positivi, senza avere ripercussioni negative sul nostro stato di salute, bisogna seguire un’alimentazione sana ed equilibrata nelle ore di non digiuno – precisa l’immunologo – La selezione degli alimenti è molto importante e ovviamente non saranno consentiti cibi particolarmente ricchi di grassi o zuccheri. Nelle 16 ore di digiuno sarà comunque consentita l’assunzione di bevande non caloriche, come caffè o tè e ovviamente acqua”.

Secondo Minelli, “è comunque consigliato di non approcciarsi in maniera autonoma al digiuno intermittente, ma affidarsi sempre a figure professionali esperte in nutrizione – sottolinea – per evitare carenze di energia e nutrienti o semplicemente al fine di poter seguire al meglio tale regime dietetico e ottenere i risultati desiderati. Nei primi giorni – osserva – ci potrebbe essere un elevato senso di fame accompagnato da irritabilità, che sarà utile controllare con l’aiuto dello specialista”.

“In ultimo, la dieta intermittente richiede molto autocontrollo, che si traduce nel non concedersi sgarri, perché la ripetitività e soprattutto l’alternanza sono fondamentali affinché l’organismo inneschi quei meccanismi che ci porteranno a perdere grasso e ad ottenere benefici a livello infiammatorio e metabolico”, conclude.

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