16 Nov Diabete: la strategia italiana per combatterlo
In occasione della Giornata Mondiale del Diabete, celebrata lo scorso 14 novembre, il Prof. Mauro Minelli, immunologo e docente di “Dietetica e nutrizione umana” presso l’Università LUM di Bari, è stato ospite della redazione romana di The Watcher Post. Con lui anche il Vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè, primo firmatario della Legge 130, una Legge unica nel suo genere perché finalizzata ad introdurre misure preventive altamente efficaci nel contrastare il diabete di 1° tipo, una patologia che in Italia coinvolge circa 4 milioni di persone.
Nel corso della puntata, politica e medicina si sono confrontate per delineare un approccio allargato alla malattia, focalizzando l’attenzione sul rapporto diabete / microbiota.
Il microbiota intestinale è un mondo vasto e complesso che ospita un numero enorme di cellule – circa 100mila miliardi – all’interno del nostro intestino, con meccanismi di cui non siamo realmente consapevoli. Ognuno di noi è la sintesi di un ricco corredo genetico ereditato dai nostri genitori (genoma umano) che, unito all’ancora più ricco patrimonio genetico (microbioma) fornito dall’enorme massa dei batteri che compongono il microbiota di ciascuno, definisce le caratteristiche uniche di ogni individuo. E da tale straordinario compendio discendono le condizioni complessive di salute o malattia che segnano le nostre vite.
Proprio in virtù di questa ricchezza genetica, diventa protagonista la medicina personalizzata che adatta la terapia alle specifiche caratteristiche di ogni singolo individuo, includendo nel paniere delle proprie attività anche la correzione di eventuali squilibri che, in termini di composizione qualitativa e quantitativa e per cause diverse, l’organo microbiota potrebbe subire.
Nuove frontiere della medicina all’orizzonte. Urge, pertanto, un forte impegno da parte delle istituzioni. La Legge 130, composta da soli 5 articoli, traccia nuovi percorsi per la prevenzione del diabete nella fascia di età compresa tra 0 e 17 anni, attraverso uno screening di massa gestito da medici di famiglia e centri specializzati con l’obiettivo di gestire il fenomeno fin dalle prime fasi. Questa novità, che ha fatto scuola in tutti gli altri Paesi del mondo, non può non includere le enormi potenzialità innovative e strategiche della Precision Medicine. Ed è solo l’inizio!