15 Feb Clima tropicale, crescono i casi di Dengue in Italia
Se facciamo riferimento ai dati dell’Istituto Superiore di Sanità, nel 2023 in Italia si sono registrati 362 casi confermati di Dengue, di cui 82 autoctoni e 280 associati a viaggi internazionali. Il picco dei casi si è ovviamente verificato nel corso della stagione estiva, specialmente nei mesi di agosto e settembre. Va ricordato e sottolineato, al fine di non creare inutili fobie ed ansie spropositate, che la Dengue non si trasmette da uomo a uomo, ma viene trasmessa all’uomo mediante puntura di zanzara infetta, portatrice del virus. E va anche detto che i virus responsabili della malattia nell’uomo sono quattro (Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4) e sono tra loro molto simili.
In Italia, nell’ultimo decennio, si è certamente notata la diffusione di queste infezioni che, fino a poco tempo fa, erano tipiche di ambienti tropicali. Poi, con la complicità di scambi, viaggi internazionali ma soprattutto di cambiamenti climatici, le zanzare responsabili della trasmissione del virus sono state importate in territori vergini e qui si sono riprodotte, provocando casi autoctoni di malattia.
Dato il picco nella scorsa stagione estiva e considerando anche le attuali temperature invernali, che ad oggi continuano ad essere non particolarmente rigide, il rischio di un aumento dei casi deve essere tenuto in considerazione. Certo, non siamo in Brasile dove la Febbre Dengue, nota da secoli, è endemica. Pertanto, non credo che la notizia di un’emergenza sanitaria dichiarata nella settimana del carnevale dalle autorità di Rio de Janeiro possa costituire un elemento di criticità nel nostro Paese.
E allora, pur non trascurando un accorto monitoraggio della diffusione della malattia, varrà sempre la pena sottolineare che, nelle aree non endemiche, la più gran parte dei casi di Dengue, se non completamente asintomatici, si manifestano con una transitoria eruzione cutanea di tipo orticarioide che può seguire di qualche giorno ad una febbricola, dolenzia articolare e muscolare e qualche disturbo intestinale, per poi regredire spontaneamente, risolvendosi da sé. Anche perché i casi più gravi, di fatto da noi piuttosto rari, si verificano per lo più in seguito ad una seconda infezione Dengue prodotta da un ceppo virale diverso da quello che aveva procurato, nella stessa persona, la prima infezione, che determina un’importante reazione paradossa anticorpo-dipendente. E solo nei casi più gravi la malattia può presentarsi sotto forma di febbre emorragica.
Di buono c’è che negli ultimi mesi del 2023 è stato approvato un vaccino contro la Dengue, che tuttavia non è ancora ampiamente disponibile. In attesa della vaccinazione, le misure preventive di tipo comportamentale possono fare davvero la differenza senza alcun bisogno di trasformarci, per questo, in accaniti cacciatori di zanzare. Utile può risultare, ad esempio, l’utilizzo dei repellenti, anche da applicare sui vestiti, dei prodotti per la disinfestazione delle proprie case o, semmai, il ricorso a tende e zanzariere. In ultimo, le zanzare responsabili della diffusione della Dengue si riproducono in acque stagnanti, per cui l’eliminazione di questi serbatoi è certamente consigliata, specialmente in quelle regioni italiane in cui da tempo si attesta la presenza del vettore. A tale scopo, efficace ed opportuno potrebbe risultare l’impegno delle Amministrazioni comunali mirato ad eliminare i ristagni di acqua eventualmente presenti a ridosso delle aree abitative e promuovere adeguate campagne di disinfestazione anti-zanzare.
È importante prestare particolare attenzione ai bambini piccoli e agli anziani, che possono essere più vulnerabili a complicazioni gravi della Dengue. Tuttavia, attraverso un impegno collettivo e una corretta informazione, possiamo ridurre significativamente il rischio di diffusione della malattia e proteggere la salute della nostra comunità.