Disturbi del Comportamento Alimentare e Counseling
I DCA sono disturbi certamente molto diffusi, per quanto ancora oggi parzialmente celati in ragione di una diffusa ritrosia dei pazienti a parlarne. Sono molto più frequenti nei Paesi industrializzati rispetto ai Paesi in via di sviluppo e presentano una decisa prevalenza negli adolescenti e giovani adulti. L’incidenza dell’anoressia e della bulimia è maggiore nel sesso femminile, mentre il disturbo da alimentazione incontrollata è più frequente nel sesso maschile.
Le principali tipologie di DCA sono: l’Anoressia nervosa, la Bulimia nervosa, il Disturbo da alimentazione incontrollata, l’Obesità e il Picacismo.
Anoressia Nervosa
Si tratta di un Disturbo del Comportamento Alimentare caratterizzato da una sproporzionata paura di ingrassare con conseguente autolimitazione alimentare e meticolosa e anomala percezione del proprio peso.
Il soggetto (molto più frequentemente di sesso femminile) mostra un netto rifiuto della ordinaria alimentazione e una forte paura di aumentare di peso. I sintomi principali sono: notevole calo ponderale con estrema magrezza (evidentemente volontaria e, dunque, non costituzionale), intensa preoccupazione di ingrassare e distorsione della percezione di sé relativa al peso e all’aspetto fisico.
Nelle forme più gravi compaiono malnutrizione, inedia, amenorrea ed emaciazione. Nella evoluzione della patologia sono coinvolte le funzioni neuroendocrine, ormonali, metaboliche e, soprattutto, psicologiche con manifestazioni psichiatriche di tipo ansioso-depressivo, disturbi della personalità e disordini ossessivo-compulsivi. L’anoressia è una sindrome legata al benessere, come dimostra la sua assenza nei paesi più poveri dell’Africa, Asia e America Latina.
Bulimia Nervosa
Dal greco βουλιμία (boulimía), composto da βοῦς (bue) e da λιμός (fame), ovvero: fame da bue).
Si tratta di un Disturbo del Comportamento Alimentare caratterizzato dalla presenza di “crisi bulimiche”, per cui il paziente che ne risulti affetto, in ragione di una personalità prevalentemente incentrata sul peso corporeo, sull’aspetto fisico e sulla intrinseca capacità di controllare questi parametri, ingurgita una quantità di cibo decisamente eccessiva, per poi ricorrere a diverse procedure finalizzate ad ostacolare l’aumento di peso e, dunque, a non ingrassare (vomito autoindotto, utilizzo di lassativi, digiuni e intenso esercizio fisico).
La bulimia è frequentemente associata ad altri disturbi mentali come la depressione o l’ansia, ovvero a dipendenze (da sostanze stupefacenti o alcool). Nei soggetti bulimici si riscontra anche un elevato rischio di suicidio e di pratiche autolesionistiche. I sintomi da loro più frequentemente descritti sono:
- ricorrenti episodi di alimentazione esagerata con ingestione di grandi quantità di cibo, nel corso dei quali essi percepiscono una sensazione soggettiva come di “perdita di controllo”;
- ricorrenti pratiche di “riequilibrio”, finalizzate a prevenire l’aumento di peso (vomito auto-indotto, abuso di lassativi e/o diuretici, digiuno o esercizio fisico eccessivo);
- eccessiva autovalutazione e controllo dell’aspetto fisico e del peso.
Disturbo da alimentazione incontrollata
Il disturbo, anche detto BED (Binge Eating Disorder), si caratterizza per episodiche “abbuffate”, tipiche della bulimia nervosa ma senza alcun ricorso ai comportamenti compensatori (vomito, abuso di lassativi/diuretici, digiuno) caratteristici di quest’ultima. Spesso il disturbo da alimentazione incontrollata è una conseguenza dell’anoressia o della bulimia nervose.
L’individuo affetto da tale patologia ha come unico pensiero quello di ingerire qualsiasi tipo di alimento per calmare le proprie ansie, anche se è consapevole che l’abuso potrebbe recare danni alla sua salute. In questi soggetti si associa frequentemente una sintomatologia psichiatrica di tipo depressivo, ovvero disturbi d’ansia e di personalità. Chi ne è affetto è quasi sempre obeso o in notevole sovrappeso e soffre psicologicamente per questa condizione molto più delle persone obese che mangiano senza importanti problemi psicologici.
Obesità
L’obesità è una sindrome caratterizzata da un abnorme aumento del peso, per eccessiva formazione di adipe nel tessuto sottocutaneo.
Se ne distinguono sostanzialmente due forme:
- la prima, caratterizzata da una distribuzione di adipe di tipo mascolino nel tessuto sottocutaneo della nuca, delle spalle e della parte superiore dell’addome, definita Obesità Androide;
- la seconda, caratterizzata da accumulo di adipe nella parte inferiore del corpo (cosce, glutei, regione addominale) e da scarso sviluppo della muscolatura, definita Obesità Ginoide.
L’obesità è una patologia tipica delle società del benessere e rappresenta la principale causa di morte in tutto il mondo, con aumento della prevalenza in adulti e bambini. E’, di fatto, considerata uno dei più gravi problemi di salute pubblica del XXI secolo.
Una terapia preventiva e curativa dell’obesità si basa, oltre che su un corretto regime alimentare, anche, evidentemente, su un adeguato e calibrato esercizio fisico e su un opportuno approccio psicologico. Il trattamento può essere integrato con l’impiego di farmaci dimagranti che agiscono riducendo l’appetito o inibendo l’assorbimento del grasso.
Picacismo
Il picacismo, anche denominato allotriofagia o, più semplicemente, “pica”, è un disturbo della nutrizione e dell’alimentazione caratterizzato dall’ingestione prolungata nel tempo di sostanze non nutritive, del tutto prive di contenuto alimentare e non commestibili, come carta, stoffa, sapone, capelli, lana, terra, gesso, talco, vernice, gomma, metallo, ciottoli, carbone, creta oppure ghiaccio.
Si tratta di un Disturbo del Comportamento Alimentare tipico dell’età infantile e della prima fanciullezza, e l’abitudine a ingerire sostanze non alimentari scompare con la crescita; infatti si presenta di rado in età adolescenziale e i casi di soggetti adulti con questo disturbo sono molto rari. Il disturbo può, talvolta, interessare anche le donne in gravidanza, con il desiderio di cibi insoliti e inadeguati. Quasi sempre alla base di questo pervertimento dell’appetito sembra esservi un’anemia da carenza di ferro, tanto che il disturbo regredisce con la correzione dello stato carenziale o, nel caso delle donne incinte, con il termine della gravidanza.
Le complicanze mediche, spesso anche gravi, di chi soffre di pica sono in relazione al grado di tossicità della sostanza assunta e ai possibili danni meccanici/occlusivi a carico dell’apparato gastrointestinale, come lesioni dello stomaco ed esofago o blocchi intestinali.
Counseling per i DCA
La maggior parte dei soggetti con DCA è scarsamente consapevole di avere un problema ed in essi è molto forte la paura di affrontare un cambiamento. Queste persone considerano la ricerca continua della magrezza, il mangiare senza controllo, le diete estreme, il ricorso al vomito o ai lassativi non tanto come un disturbo da cui guarire, ma piuttosto come una soluzione dei propri problemi. Per questo motivo molte persone affette da DCA non chiedono aiuto e rifiutano un approccio terapeutico.
Il percorso diagnostico-terapeutico-riabilitativo dei pazienti con DCA dovrebbe essere correttamente basato sulle componenti psichiatriche e psicologiche, sugli aspetti nutrizionali e fisici, oltre che su quelli socio-ambientali, garantendo il coinvolgimento attivo tanto dei soggetti direttamente interessati quanto dei loro familiari, la gestione specifica per età e per disturbo, la presenza di personale esperto e formato sui DCA ed il trattamento di eventuali co-morbidità e conseguenze del disturbo.
Per il successo del trattamento sono fondamentali la diagnosi precoce e un trattamento tempestivo affidato ad un’équipe di specialisti, comprendente medici, psichiatri, psicologi e nutrizionisti.
Il soggetto con DCA deve essere motivato al cambiamento:
- riconoscere di avere un disagio (consapevolezza)
- sentire che la situazione crea una notevole quota di sofferenza
- credere nella possibilità di cambiare (senso di efficacia)
- essere disponibili a “mettersi in gioco”
- avere la forza e il coraggio di chiedere un aiuto.
Il Servizio che PoliSmail si dispone ad offrire sarà volto ad offrire consulenza psicologica ed educazionale specifica a supporto delle problematiche connesse ad eventuali nuovi stili alimentari da adottare proprio in conseguenza di quegli stati patologici che ne abbiano reso necessaria l’adozione. La finalità ultima sarà quella di consentire alla persona interessata di vivere con serenità i molteplici aspetti della propria quotidianità, senza sentirsi ammalato, diverso o deprivato.
La consulenza si articolerà in più momenti destinati ad offrire con la giusta consequenzialità:
- sostegno in relazione alla prevista introduzione di nuovi stili alimentari;
- ristrutturazione delle abitudini e del cambiamento;
- mantenimento e consolidamento dei nuovi comportamenti acquisiti.