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CoViD e Asma: quando l’allergia sembra proteggerti dall’infezione del coronavirus

CoViD e Asma: quando l’allergia sembra proteggerti dall’infezione del coronavirus

Parlando di un particolare tipo di inquinante ambientale, avevamo già evidenziato, in un articolo pubblicato lo scorso 19 aprile da “il tempo”, il ruolo strategico dell’Enzima di Conversione dell’Angiotensina II, chiamato ACE2 e considerato, a tutti gli effetti, “recettore-chiave”, ovvero la “serratura” attraverso la quale il nuovo coronavirus riesce ad entrare nelle cellule dell’uomo innescando il processo patologico che caratterizza il quadro clinico della COVID-19.

In una recentissima pubblicazione prodotta lo scorso 22 aprile da J Clin Allergy Immunol online 2020, è stata prospettata l’ipotesi che le persone affette da asma allergico possano presentare una ridotta capacità genetica di produrre ACE2, con conseguente minore espressione di questo recettore e, dunque, minore rischio di essere aggrediti dal nuovo coronavirus.

Come dire che, grazie ad una diminuita produzione di ACE2 correlata a fattori genetici, i soggetti asmatici risulterebbero essere più protetti nei confronti delle forme gravi di CoViD-19. Esattamente il contrario di quanto accade, per esempio, nei forti fumatori o nei pazienti affetti da diabete o ipertensione, condizioni nelle quali è stata, invece, dimostrata una maggiore espressione di ACE2.

E, d’altro canto, a conferma indiretta ma credibile di queste premesse, intervengono le considerazioni anche sorprendenti di come, a differenza di quanto si potesse inizialmente immaginare ad una lettura superficiale del fenomeno correlato ad un contagio che abbiamo sempre saputo essere di tipo prevalentemente aereo, la pandemia in Cina non abbia avuto grande impatto sui soggetti asmatici. Come se le allergie respiratorie avessero funzionato, verosimilmente proprio in ragione della ridotta espressione di ACE-2, come fattore capace di determinare una minore gravità della CoViD-19.

Appare chiaro come tutto questo apra scenari del tutto inediti, per quanto da noi più volte richiamati, nella gestione di un fenomeno clinico piuttosto complesso che risponde evidentemente molto più a logiche di espressione genica e a dinamiche immunopatogenetiche incentrate intorno a complicati meccanismi biochimici, che non a più basiche e sempre meno convincenti procedure di isolamento sociale.

La partita è ancora tutta aperta nel grande scenario della più rigorosa ed entusiasmante indagine scientifica.

Leggi l’approfondimento su Popular Science: CoVid-19: asma ed allergie proteggono dalle forme gravi?



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