
13 Dic Microbiota intestinale e disordini dell’apparato riproduttivo della donna
Disponibile dal 12 dicembre in libreria e online il nuovo libro ‘Il segreto della salute’ (Armando Curcio Editore, dicembre 2022, Collana Think) del prof. Mauro Minelli, con focus sulla connessione tra microbiota e corretta alimentazione.
In un primo estratto viene sottolineata l’importanza del microbiota intestinale per la prevenzione e la cura dell’apparato riproduttivo della donna, fondamentale per il mantenimento dell’equilibrio salutistico tra madre e neonato durante il periodo gestionale e nei primi giorni di vita.
Microbiota intestinale e disordini dell’apparato riproduttivo della donna
Ampie evidenze fornite dalla letteratura scientifica più accreditata confermano che il microbiota umano riveste un ruolo essenziale nel mantenimento della salute riproduttiva della donna.
Si ritiene, per esempio, che un microbiota sano possa contribuire in modo considerevole alla prevenzione del parto pretermine.
Quel che si sa è che alterazioni qualitative e quantitative del microbiota “locale” in una donna (disbiosi vaginale), ma anche del suo microbiota intestinale e addirittura di quello orale, possono favorire una colonizzazione (per traslocazione da altri siti o per eccessiva proliferazione “in loco”), da parte di batteri potenzialmente patogeni, in sedi (utero, placenta, liquido amniotico) che normalmente non sono abitati da microrganismi vivi.
Il microbiota vaginale gioca sicuramente un ruolo preponderante nel mantenimento dell’equilibrio salutistico (tra madre e bambino) durante la gravidanza. Ma c’è da dire che, in un’ottica di interazione tra i diversi microbioti che occupano le diverse aree del corpo umano (intestino, ma anche pelle, bocca, sistema respiratorio, tratto urogenitale), l’equilibrio di un ecosistema batterico locale dipende strettamente dall’equilibrio e dalla composizione degli altri ecosistemi microbici.
Il microbiota intestinale della madre è stato ripetutamente correlato allo stato di salute del neonato, dal punto di vista immunologico e metabolico.
I primi indizi di tale associazione sono stati ottenuti osservando, su un gran numero di donne in gravidanza, determinati aspetti della salute del bambino in relazione ad eventuali terapie antibiotiche sostenute dalla madre durante la gestazione: la prole di madri trattate con antibiotici durante la gravidanza aveva più probabilità di mostrare disordini del sistema immunitario.
Alla stessa maniera, le nuove analisi del microbiota hanno permesso di rilevare associazioni tra caratteristiche del microbiota materno e probabilità del neonato di sviluppare infezioni, asma, autoimmunità, obesità e diabete. Ad esempio, un’elevata abbondanza di enterococchi nel microbiota intestinale di donne nelle ultime fasi della gravidanza è stata associata ad una più elevata probabilità di eczema e manifestazioni allergiche nella prole.
La letteratura ha dimostrato che il microbiota intestinale subisce variazioni del tutto fisiologiche durante una normale gravidanza. Tali cambiamenti progressivi hanno lo scopo di promuovere lo sviluppo del feto e favorire il trasferimento di un microbiota equilibrato alla successiva generazione, poiché il microbiota materno è il primo con cui il neonato viene in contatto ed è quello che maggiormente contribuirà tanto all’instaurarsi quanto al mantenimento di complessive buone condizioni di salute.
Il microbiota intestinale come fattore di rischio per cistiti e candide
Le infezioni vaginali (vaginiti), sono generalmente causate da uno o più microrganismi patogeni, quali batteri (es: Gardnerella), funghi (Candida) e/o protozoi (Trichomonas).
Le infezioni vaginali così come quelle del tratto urinario sono, infatti, per lo più secondarie alla traslocazione di batteri e componenti microbiche dall’intestino nelle vie genito-urinarie attraverso una barriera intestinale non più integra (leaky gut).
Anche il “MICObiota”, che è diverso dal MICRObiota in quanto rappresenta la frazione fungina della flora batterica intestinale, può fungere da importante serbatoio di patogeni opportunisti e rappresentare, quindi, un fattore di rischio per numerose patologie. Con specifico riferimento alla Candida albicans, già nel 1977 Miles e colleghi, in uno studio avevano affermato che “la candidosi vaginale non insorge naturalmente in assenza di candida albicans nel colon, e che una cura vera e propria non è prevedibile fintantoché è la vagina a restare l’unico obiettivo del trattamento”.
Candida albicans produce una specifica tossina peptidica citolitica, la candidalisina, che si è visto essere essenziale per il danno alle cellule della barriera intestinale e per la successiva traslocazione attraverso la parete intestinale.
Allo stesso modo, infezioni del tratto urinario, come le cistiti, sono causate da microrganismi uropatogeni, in primis Escherichia coli, in genere presenti simultaneamente nelle urine e nelle feci.
Ciò supporta, evidentemente, un’origine intestinale anche per tali infezioni e, dunque, un ruolo del microbiota. In un recente studio, in cui è stato confrontato il microbiota intestinale di bambini con infezioni febbrili del tratto urinario e bambini sani, sono emerse alcune differenze e, in particolare, un aumento del genere Enterobacter e di Escherichia coli nell’ecosistema intestinale di bambini con infezioni del tratto urinario.
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