03 Mar La carne di Frankenstein: quando anche il microbiota inorridisce
Fake food e microbiota
Se, da una parte, all’interno del nostro intestino non esistono batteri “buoni” e batteri “cattivi”, dall’altra va recuperata una visione globale dell’organo microbiota nell’intento di riassumere i differenti effetti delle tante possibili combinazioni fra i molteplici componenti di questa massa invisibile eppure imponente. Su di essa tanti sono i fattori ‘esterni’ capaci di influenzarne la composizione che può essere, ad esempio, modulata dall’età, dalla tipologia del parto, dalle modalità dell’allattamento, dall’ambiente, dai viaggi, dai farmaci, dallo stress, dalle abitudini alimentari. E, a proposito di queste ultime, una nuova importante sfida va profilandosi per quest’organo silenzioso ma vivace ed operoso chiamato ora a fronteggiare anche l’inedito impatto del cibo ‘sintetico’, fabbricato artificialmente con tecnologie di laboratorio, clonando cellule staminali originariamente derivate da animali e successivamente riprodotte in provetta.
E di sintetico, sui mercati americani dove dallo scorso novembre ne è stata autorizzata la vendita, si può, per esempio, trovare il salmone creato da estratti di alghe e proteine vegetali e poi stampato in 3D, ma anche il miele, le uova, il latte, la carne non a caso ribattezzata “carne di Frankestein”. Accade così che, dopo il grillo e la locusta (che almeno, però, sono “come natura crea”), nei mercati alimentari europei si preparino ad entrare anche i fake food ossia i cibi falsi prodotti in laboratorio e nati, nelle originarie intenzioni di chi li ha ideati e generati, per compensare una possibile carenza alimentare che potrebbe, a sua volta, derivare dall’estinzione di specie animali acquatiche e terricole.
È il caso di fare chiarezza su un argomento che ha già trovato la netta opposizione dei nostri Ministeri della Salute e dell’Agricoltura e del quale certamente si tornerà a discutere nei giorni che verranno. Noi ne parliamo nell’odierna puntata di “Fermenti, il segreto della vita”. Buona visione
UNA RUBRICA DI:
Mauro Minelli – docente di “Scienze tecniche dietetiche applicate” presso Università LUM “Giuseppe Degennaro” e coordinatore responsabile della sezione “Italia Meridionale” della Fondazione Italiana Medicina Personalizzata (FMP).