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Facciamo chiarezza sulle malattie immunitarie

Facciamo chiarezza sulle malattie immunitarie

Facciamo chiarezza sulle malattie immunitarie

Quello di Disordine Infiammatorio Immuno-Mediato (IMID) è un concetto usato per descrivere collettivamente un gruppo di malattie apparentemente non correlate tra loro, ma che condividono percorsi infiammatori comuni. Comprendendo patologie tra loro diverse, come artrite reumatoide, diabete di tipo 1, sclerosi multipla e tante altre ancora, la disregolazione immunitaria può colpire qualsiasi organo e sistema e portare ad una significativa incidenza di malattia nella popolazione, ad una ridotta qualità della vita e a morte prematura.

Le IMID rappresentano un insieme di circa 100 quadri patologici che possono colpire diversi organi e tessuti dell’organismo umano, talvolta manifestando un’assoluta specificità nel bersaglio coinvolto (es: solo la tiroide; solo lo stomaco; solo le articolazioni; ecc.), altre volte invece coinvolgendo una molteplicità di bersagli non correlati tra loro e non appartenenti ad un organo specifico. È per questo che, con riferimento alle immunopatie, spesso si parla di malattie “organo-specifiche” e “non-organo specifiche”.

 

TABELLA 1

IMID SUDDIVISE IN BASE ALL’ORGANO/SISTEMA COLPITO

MUSCOLI: Dermatomiosite; Myasthenia gravis; Polimiosite

SISTEMA NERVOSO: Sindrome di Guillain-Barré; Sclerosi Multipla

CUTE: Alopecia areata; Pemfigo/Pemfigoide; Psoriasi; Sclerodermia; Vitiligine

OCCHIO: Sindrome di Sjögren; Uveite; Malattia di Behçet

SISTEMA ENDOCRINO: Malattia di Graves; Tiroiditi; Type 1 Diabete mellito

ARTICOLAZIONI: Spondilite anchilosante; Artrite Reumatoide; Lupus Eritematoso Sistemico

CUORE: Miocardite in febbre reumatica

SANGUE: Anemia emolitica autoimmune; Anemia Perniciosa

VASI: Poliarterite nodosa; Lupus Eritematoso Sistemico; Granulomatosi di Wegener

FEGATO E INTESTINO: Epatite autoimmune; Malattia di Crohn; Cirrosi biliare primitiva

 

Proviamo a fornire un inquadramento più preciso delle IMID.

  • Una prima osservazione clinica, piuttosto semplice, è rappresentata dal fatto che, nel complesso mondo delle malattie immunologiche, possono esserci dei casi in cui, nel medesimo soggetto, uno stesso tessuto o sistema dell’organismo possa essere coinvolto da quadri patologici differenti. Un esempio in tal senso può essere offerto dalla possibile coesistenza di psoriasi e dermatite atopica, due condizioni patologiche che interessano la pelle ma che sono sostenute da meccanismi immunologici completamente diversi: non a caso la psoriasi si associa molto spesso ad una artrite infiammatoria, mentre la dermatite atopica si associa abitualmente ad allergie più classiche come l’asma o la rinite.
    Tra le due forme, tuttavia, esiste un comune difetto sottostante che conduce alle due risposte immuni con danno infiammatorio.

 

  • Alcune immunopatie organo-specifiche sono così frequentemente associate ad altri stati patologici da rappresentare una vera e propria “spia” di ulteriori possibili malattie immunitarie: è il caso, per esempio, della tiroidite cronica o della vitiligine che, spesso, costituiscono una sorta di segnale identificativo di disordini immunologici magari non ancora inquadrati. Così come non infrequente è l’associazione tra morbo di Crohn e spondiloartriti.

 

  • L’incidenza delle IMID nella società occidentale oscilla tra il 5 e il 7%. I fattori genetici sono elementi predisponenti fondamentali e i modelli animali hanno portato all’identificazione di un certo numero di geni che contribuiscono a una specifica predisposizione. Molte di queste malattie hanno anche in comune fattori determinanti “esterni” rappresentati, per esempio, da infezioni o traumi. Non è raro che, nello stesso paziente, coesistano IMID multiple: ad esempio un vasto studio in pazienti con spondilite anchilosante ha dimostrato che circa il 40% di quei pazienti sviluppano anche uveite, il 16% psoriasi e l’8% malattia intestinale. Varie IMID possono anche coesistere nell’ambito della stessa famiglia.

 

  • La prova più evidente dalla quale si evincono le chiare analogie esistenti tra malattie erroneamente ritenute diverse tra loro, è quella fornita dai nuovi farmaci biologici in grado di inibire quei fattori, come ad esempio il TNFa, responsabili dello stato infiammatorio a prescindere dall’organo interessato. L’inliximab, tanto per citare il primo agente anti-TNFa autorizzato, si rivelò subito in grado di apportare benefìci clinici in un certo numero di malattie apparentemente non correlate tra le quali, ad esempio, l’artrite reumatoide, la malattia di Crohn, la psoriasi. Ciò, assieme all’osservazione che il trattamento di una condizione sia in grado di migliorare eventuali patologie di organi multipli, non può che convalidare ulteriormente il paradigma IMID e ispirare ricerche di strategie terapeutiche comuni. Purtroppo, però, nella pratica clinica corrente, molto spesso impostata su una visione specialistica settoriale, monospecialistica e, dunque, limitata ad un singolo organo, tali strategie sfuggono. E questo contrasta con la “visione d’insieme” propria della medicina interna e dell’immunologia clinica, e rappresenta per i pazienti una fonte di disparità di accesso alle cure appropriate, per ritardo della diagnosi dove non siano disponibili competenze immunologiche.

 

Gli obiettivi terapeutici per tutte le IMID, indipendentemente dall’organo colpito, sono identici:

  • ottenere un rapido controllo dell’infiammazione;
  • prevenire un danno d’organo definitivo ed invalidante;
  • migliorare la qualità della vita;
  • possibilmente raggiungere, se non la completa guarigione, almeno una remissione della malattia a lungo termine.

 

Poiché, nei tanti pazienti immunopatici, questi obiettivi non sempre vengono raggiunti con le terapie tradizionali, probabilmente perché non ci si è concentrati sulle cause che sono alla base della immunopatologia, provvederemo nel prossimo numero di Risposta Immunitalia ad analizzare la base molecolare del concetto IMID, la disregolazione immunitaria che accomuna molte IMID, e ci concentreremo brevemente sulle possibili soluzioni a vantaggio dei pazienti affetti da disordini infiammatori immuno-mediati.

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