29 Mag Allarme spezie in India, nessun rischio per l’Italia
Intervento di Mauro Minelli all’Adnkronos Salute
Le spezie, in ragione della loro capacità di aggiungere sapore e aroma ai piatti, sono una componente essenziale in diverse cucine del mondo. Tuttavia, sarà sempre il caso di rammentare che alcune di esse potrebbero contenere contaminanti o agenti patogeni, soprattutto nei casi in cui non dovessero essere coltivate, raccolte, trasportate o conservate correttamente.
In tal senso, uno dei principali problemi sta nella presenza di aflatossine in spezie come pepe nero, noce moscata o cannella. Le aflatossine sono tossine naturali prodotte da funghi del genere Aspergillus che possono contaminare le spezie durante la fase di coltivazione, raccolta o stoccaggio. Tali sostanze sono considerate potenzialmente cancerogene se consumate, nel tempo, in quantità rilevanti.
Ulteriore presenza che, in alcune spezie, tende a generare preoccupazione è quella di metalli pesanti come piombo, cadmio e mercurio. Questi metalli possono contaminare le spezie in forza della loro presenza nel terreno, ma anche a causa dell’inquinamento atmosferico o dei processi di lavorazione.
Un allarme più recente sulle spezie è arrivato dall’India. La Food Safety and Standards Authority of India (FSSAI), l’ente governativo che regola la sicurezza alimentare, sta indagando sulla presenza di sostanze tossiche in spezie prodotte da aziende locali. Il rischio riguarda l’ossido di etilene, un pesticida considerato altamente cancerogeno. Nel 2020 una serie di avvisi diffusi dal sistema europeo RASFF (Rapid Alert System for Food and Feed) aveva allertato i Paesi europei sull’ingresso nel continente di alimenti contaminati da ossido di etilene. Oggi il problema si ripresenta per prodotti a base di sesamo, erbe e altre spezie provenienti dall’India, nei quali sono stati rilevati elevati livelli di questo gas. A fare il punto della situazione per Adnkronos Salute è l’immunologo Mauro Minelli, docente di Fondamenti di dietetica e nutrizione all’Università Lum.
Riguardo all’allarme per l’ossido di etilene, Minelli sottolinea l’importanza del monitoraggio continuo per garantire la salute dei consumatori. Tuttavia, viene raccomandato di non generalizzare e di concentrare l’attenzione sulle produzioni indiane commercializzate in Europa con i marchi Mdh ed Everest.
Come dire, in altri termini, che non tutte le spezie sono uguali e che la maggior parte delle spezie consumate nel mondo sono da considerarsi sicure quando di qualità elevata, conservate in modo corretto, preferibilmente in contenitori ermetici e al riparo dalla luce e dall’umidità, e comunque utilizzate sulle pietanze in quantità moderate. Al consumatore spetterà il compito di fare attenzione alla provenienza delle spezie che acquista e consuma, considerando, tra l’altro, la rilevanza tutt’altro che marginale che nel nostro Paese ha da sempre la coltivazione di spezie ed erbe aromatiche, elemento di grande valore nella tradizione culinaria italiana.